giovedì 21 febbraio 2008

Un Incontro

Era un mercoledì come tanti. Si era alzata di buon ora. Soliti gesti abitudinari, come ogni mattina: colazione, doccia, trucco e via, di corsa verso l’ufficio. Sembrava una giornata uguale a tante altre. Pensava alle pratiche da sbrigare durante la giornata mentre, come tutte le mattine, era in coda insieme ad altre automobili imbottigliata nel solito traffico che congestionava le arterie principali della sua città. Un mercoledì come tanti. La radio sintonizzata sulla sua stazione preferita, trasmetteva il suo programma preferito con lo speacker che le teneva compagnia tutte le mattine a quell’ora: fortuna che c’era lui ad allietare quel viaggio che, se non ci fosse stato il traffico, sarebbe durato solo 15 minuti ed invece a quell’ora del mattino poteva variare da quaranta minuti fino ad oltrepassare l’ora. Solita giornata infrasettimanale come tante. Almeno così pensava. Del resto cosa potrebbe accadere in un qualunque mercoledì di un qualsiasi mese dell’anno in una qualunque città del mondo? Niente. Questo pensava, quando ad un certo punto… sentì un rumore assordante. Spaventata pensò subito ad un incidente, ma si rese subito conto che non era così, almeno non un incidente che vedeva coinvolta lei con la sua automobile. Allora cos’era stato quel frastuono? Cercando di carpire qualcosa con lo sguardo, mantenendo comunque ferma l’attenzione alla guida, sbirciò dallo specchietto retrovisore e: niente. Un’occhiata rapida agli specchietti laterali e: niente. Più incuriosita che preoccupata, a questo punto, e distogliendo l’attenzione dalla guida si voltò alla sua destra e notò un uomo su uno scooter che la guardava da dietro la visiera del casco. Aveva gli occhi che sorridevano, come se fossero divertiti dal sussulto che lei ebbe nell’udire quello strano rumore che ancora non aveva capito da cosa fosse stato provocato. Un rapido scambio di sguardi e continuò il suo percorso. Arrivata al semaforo il tipo con lo scooter era ancora di fianco a lei, ma non la stava più guardando, però ecco di nuovo quel rumore. Un po’ meno assordante tant’è che riuscì a capire che si trattava di un semplice “toc-toc” ovvero stavano bussando sul tetto della sua auto. Era il ragazzo sullo scooter. Quegli occhi la guardavano sorridenti. Erano due begli occhi azzurri, la guardavano esprimendo divertimento e gioia nello stesso momento. Le fa cenno di accostare. Lei, perplessa, continua il suo tragitto senza dargli corda, ma il ragazzo sullo scooter insiste così decide di assecondare la richiesta, seppur con molto timore; del resto non si sa mai a cosa si può andare incontro al giorno d’oggi, ma, in fondo siamo in mezzo a tanta gente, cosa potrà mai accadere? Se mi assale qualcuno correrà e si fermerà in mio aiuto…
Accosta la macchina, lui scende dal suo motorino si toglie il casco e lei nota quegli occhi, di un azzurro intenso e poi quel volto…bello… sembra un viso conosciuto. Si guardano, lei scruta i lineamenti di lui. È giovane, avrà 25 anni, è un ragazzino, cosa vuole da me? Chi è? Si avvicina e… e non può non riconoscerlo! Quel giovane ragazzo è suo nipote! Un nipote che aveva perso di vista perché i casi della vita, a volte, portano ad allontanarci, nostro malgrado. Il figlio di suo fratello, l’ha riconosciuta tra mille automobili in fila in una qualsiasi via di una qualsiasi città. Ha riconosciuto lei, sua zia, invecchiata di 15 anni, ma come avrà fatto? E’ stato un attimo abbracciarsi e riscoprire tutto l’affetto che li lega da sempre. Lo sapeva all’estero con suo padre… già, suo padre, quel fratello di cui non ha più voluto saperne. Quel fratello che dopo averle preso a calci il cuore e l’anima se ne andò facendo perdere le tracce di se, portando via suo figlio e l’amore di lei, sorella, rimasta sola senza più niente. Ha rinunciato ad andare in ufficio quella mattina per dedicare quanto più tempo possibile a suo nipote, si è ritrovata la sera a preparare la cena per quel ragazzino che non le sembrava vero avere lì con lei. Hanno avuto tanto da raccontarsi. Nessun rancore. Nessuna accusa sul perché sei sparita o perché non mi hai mai cercato, solo la felicità di essersi ritrovati in quell’anonimo mercoledì di novembre e con la voglia e la sicurezza che da adesso in poi non si sarebbero mai più persi di vista!

4 commenti:

  1. è brutto dirlo, ma è stato un gesto coraggioso fermarsi senza riconoscere la persona che ti faceva segno...hai giocato bene...brava anna

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  2. la donna si è fermata perchè ha riconosciuto qualcosa negli occhi di quel ragazzo e non si è sbagliata. Le donne hanno davvero un istinto che va oltre...
    Ma è tutta fantasia... non sono mica io quella donna!!!
    Bacione Massi

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  3. Sei molto brava a iscrevere,Ciao Anna Buon Week End e a presto.

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  4. Sei moloto brava a scrivere,ciao Anna Buon Week End e a presto.

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