domenica 28 settembre 2008

SORSEGGIANDO un THE'

Decise di rimanere in casa. Era la prima domenica di quell’inverno che si era già preannunciato duro, freddo e difficile. Il clima non è mai stato generoso in quel paese lassù, tra i monti in Val d’Ultimo, dove lei è nata e cresciuta, ma nonostante ciò non si sarebbe mai potuta staccare da un posto talmente incantevole.
Dalla finestra si vedeva bene la vallata, con ancora il suo manto verde e in lontananza la forza di mille arbusti che donavano sicurezza al terreno e alla stessa vallata, sembravano voler essere le scarpe di quelle montagne imponenti che improvvisamente spiccavano da tutto quel fogliame con le loro vette rocciose; al centro della vallata la chiesetta con il suo campanile sembrava essere disegnata mentre in realtà era vera e reale.
Quella domenica il cielo era terso e di un azzurro intenso.
Si accomodò allo scrittoio posto proprio di fronte alla finestra, scostò la tenda per poter deliziare la vista di quell’incanto, bevve un sorso di thè lasciando vagare lo sguardo per un tempo indefinito, completamente assorta nei suoi pensieri.
Non era più giovane, oramai. Il nero corvino dei suoi capelli aveva lasciato il posto ad alcuni fili grigi che pian piano divennero sempre più folti fino a trasformare la capigliatura, da una lunga chioma bruna ad un corto taglio “sale e pepe”. Gli occhi, verdi e profondi, si nascondevano dietro un paio di occhiali dalla montatura sobria. Occhiali che tuttavia non riuscivano a celare o a nascondere minimamente la profondità, nonché la vivacità di quello sguardo.
Il viso portava i segni del tempo che era passato. Ma lei non si rammaricava per questo.
Era una donna forte, concreta, non sufficientemente attenta all’estetica o all’esteriorità delle cose. Certo, una sufficiente dose buon gusto era d’obbligo, ma per lei tutto si risolveva e poteva racchiudersi nel classico concetto della “bella presenza”. Una bellezza semplice, ordinata, composta.
Aveva da poco compiuto sessant’anni e da ormai dieci si era ritirata in quella baita sui monti, fuori dal paese di Santa Gertrude, dove, solitamente, in estate, riceveva molteplici ospiti. Soprattutto le sue amiche più care, quelle di sempre, quelle con le quali ha condiviso tutta la sua vita. Non aveva fratelli, né sorelle. I suoi parenti più stretti erano quei pochi amici che amava come fossero fratelli. Non aveva nemmeno un compagno accanto. Non più.
Quella domenica stava riflettendo proprio su questo: gli uomini della sua vita.
Si era innamorata tre volte nel corso della sua vita, o forse due volte e mezzo. La prima fu quando era ancora giovanissima. Lui, un ufficiale dell’aeronautica militare, era un gran bel ragazzo, intelligente e sensibile. Fu la relazione più lunga che ebbe. Si sposarono entro poco tempo, in una bellissima e soleggiata domenica di ottobre. Una cerimonia semplice, rito civile, loro due, i genitori ed i testimoni. Non avevano bisogno d’altro. Fu un grande amore. Poi, chissà per quale scherzo del destino, l’incanto di quell’amore svanì improvvisamente ed il matrimonio finì. Ma lei portò dentro di se sempre il ricordo di quel sentimento così puro, immacolato e innocente.
Successivamente conobbe il secondo marito. Si sposò senza esserne pienamente convinta, ma era un escamotage per potersi strappare dall’anima l’ossessione del suo primo amore e per farsi curare quelle ferite che da sole non riuscivano a rimarginare. Fu un completo fallimento. La diversità dei caratteri e del modo di concepire la vita aveva dato adito ad una serie interminabile di discussioni trascinate per troppi anni, al punto che, quando anche quel matrimonio si risolse in un divorzio, lei si chiuse in se stessa.
Aveva bisogno di stare sola per riuscire a guardarsi dentro e capire cos’avesse che non andava. E così trascorse un lungo periodo sola, senza la compagnia di un’anima gemella. Anche se il ricordo del suo primo amore era sempre lì a farle compagnia. Del resto non si erano mai persi di vista, anche perché negli ultimi anni lui aveva incontrato non pochi problemi di salute e lei, ovviamente, voleva stargli vicino.
Un giorno conobbe Arturo. Uno “straniero” nel senso che veniva da un'altra regione. Trasferito da poco in Val d’Ultimo alla ricerca dei veri sapori semplici della vita. Una sorta di ritiro spirituale, le aveva detto. Si conobbero un pomeriggio alla vendita di beneficenza organizzata dall’Associazione di Volontari della Parrocchia della quale lei era socia fondatrice.
Arturo la colpì per la grande nobiltà d’animo che faceva di lui una persona unica, speciale, al di sopra della media. Era, inoltre, in uomo molto colto, che sapeva ascoltarla, stimolarla. Fu – forse – proprio questo che la fece innamorare. Con lui si aprì completamente e contemporaneamente aprì a lui il suo cuore. Arturo fu il suo ultimo amore. Quello per il quale aveva rimesso in gioco tutta se stessa, per cui sarebbe andata anche in capo al mondo se solo fosse stato necessario. Aveva finalmente guarito le vecchie ferite e si sentiva pronta ad iniziare una vera e seria relazione con lui.
Ma le cose non andarono proprio secondo quanto lei aveva desiderato. Ebbero una breve ma intensa relazione terminata tra sofferenze ed insulti che lasciarono più amaro di quanto avrebbero dovuto. Arturo era stato anche l’uomo che le aveva donato la gioia della maternità, o forse è meglio dire la gioia dell’illusione di maternità poiché per ben due volte si trovarono a fare i conti con falsi allarmi ed una volta persero quel bambino che lei desiderava più di ogni altra cosa al mondo.
Ora era sola. Ma non si sentiva sola. Il ricordo di quei tre uomini e le esperienze vissute negli anni le facevano compagnia in quella domenica di inizio inverno. Ripensava ai rapporti che aveva attualmente con loro. A come si erano sviluppate le situazioni nel corso degli anni. Era rimasta in contatto con tutti e tre. Di ognuno sapeva tutto e di ognuno era confidente di gioie e dolori.
L’ufficiale aveva lottato contro il suo male, ma non ci fu nulla da fare: non riuscì a vincere. La sua troppa sensibilità d’animo lo portò ad una depressione che fu deleteria per la malattia che lo aveva colpito. E senza più avere la forza di lottare si lasciò andare spegnendosi pian piano.
Il secondo marito era diventato padre di due splendide ragazze e la prima delle due stava per laurearsi in giurisprudenza. Aveva sposato una donna speciale, con la quale divenne addirittura amica e tutti e quattro, ogni anno, trascorrevano almeno una settimana di vacanza nella sua casa-rifugio.
Il terzo, Arturo, lo perse di vista per un po’, non voleva avere contatti con lui per riuscire a superare l’ennesimo fallimento di una relazione. Un fallimento che le provocò un immenso dolore. E così fu per parecchio tempo. Quell’uomo le era entrato dentro come nessun altro aveva fatto. Si era resa conto che l’amore che provava per lui era un amore diverso. Forse un amore “maturo”, fatto non di fuori divampanti, ma di una brace che ardeva pian piano scaldando con costanza il suo cuore. Fu lui a cercarla di nuovo, quando le acque si erano calmate e lei non soffriva più per lui. Anche lui ora aveva al suo fianco una donna che forse era la donna giusta per lui. Capace di capirlo e di far collimare le proprie esigenze alle sue. Insomma, avevano trovato il giusto incastro. Quello che lei non era riuscita ad instaurare.
E lei era lì sola. O meglio: sola in compagnia delle sue esperienze e dei suoi ricordi e con una nuovo dubbio: a cosa era servita la sua esistenza fino a quel momento? Ad insegnare a tre uomini cosa significa “stare con una donna”? Ad insegnare a tre uomini come sbagliare per imparare, poi, dagli errori fatti? Tutti, dopo di lei, avevano trovato l’Amore vero, quello che costruisce. E lei? Perché, nel frattempo era rimasta sempre sola? Ma, soprattutto, perché mai ognuno di quei tre uomini continuava a cercare lei, a rivolgersi a lei in qualità di amica e confidente? Cosa aveva lasciato lei in quei tre uomini? Cosa pensavano, come la vedevano? Sapeva che tutti e tre provavano un grande affetto per lei, così come lei ne provava per loro, ma si domandava se mai loro, almeno una volta, si erano chiesti “…e se …”
Con quell’interrogativo malinconico si strinse nel cardigan che aveva sulle spalle e bevve l’ultimo sorso di thè mentre da lontano iniziarono a suonare le campane della chiesetta al centro della vallata.

mercoledì 24 settembre 2008

UNA RIFLESSIONE...



"Quì è Radio Raptus, e io sono Benassi - Ivan. Forse lì c'è qualcuno che non dorme. Beh, comunque che ci siete oppure no io c'ho una cosa da dire...

...credo al doppio suono di campanello del padrone di casa che vuole l'affitto ogni primo del mese;

credo che semmai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con 300.000£ al mese;

credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri..."

Credo che non ci sia molto altro da dire...

domenica 21 settembre 2008

LIBERTA'

"Libertà è un termine usato troppo spesso a sproposito, considerandolo esclusivamente in un'accezione positiva. Non sempre la libertà è un bene e, soprattutto, non sarai mai libero finché lo è anche chi è vicino a te. L'altrui libertà limita ed influenza nel bene e nel male i tuoi comportamenti, non lasciandoti mai libero di essere te stesso. Io non vorrei essere libero, ma vivere libero."
(Anonimo)






giovedì 18 settembre 2008

DUBBIO

Siamo esistiti mai veramente noi due?
e se si, quando?
e dove?

Abbiamo vissuto nei reciproci pensieri
che ci hanno accompagnati nel tempo

Ci siamo nascosti
nei respiri della notte
che vegliava sui nostri sospiri

Ci siamo nutriti delle carezze della luna
che guidava le nostre mani

Siamo esistiti nel calore
di quei baci che erano nostri
solo nostri.

Ma eravamo davvero “noi” ?
Quando lo siamo stati?
In quale tempo?

In un tempo fatto di
tiepide giornate di primavera
di giardini in fiore
e rose piene di spine.

Nelle acque di mari cristallini
e nei tramonti in alta quota

siamo esistiti
nei sogni nati
nelle notti buie e fredde
nel bisogno di calore
che forse si chiamava amore…


mercoledì 17 settembre 2008

OROSCOPI E TEST

Girovagando qua e la sono stata catturata da un paio di cose "sciocche"

una è la seguente:

IL MIO OROSCOPO CINESE: SEGNO DELLA CAPRA (che altro altrimenti?)

La tua vita privata
Sarai molto sensibile ai nati sotto il segno del Maiale e del Gatto. (mhm… il MAIALE? … interessante, vediamo un po’…) Il primo ti insegnerà tante cose sul lato umano ( a si ? ) e il secondo ti darà la motivazione necessaria per superare te stessa e sfruttare tutta l'energia che hai e che vuoi esprimere. ( questo si che mi interessa).

Quest'anno imparerai che aspettare non serve a nulla, e che conviene prendere la propria vita in mano per realizzare i propri sogni. .( già credo sia accaduto qualche mese fa… “aspetta e spera che poi l’ora non si avvicina e invecchia la bella Annina) Per te, sarà una vera e propria rivoluzione. E anche per coloro che ti conoscono. Alcuni non ti capiranno, peggio per loro! ( e lo so, sono troppo complicata a volte )

L'amore
Nell'anno del Topo, fai quello che ti pare e piace. Sceglierai la tua dolce metà senza preoccuparti, come fai di solito, di cosa ne pensano Pinco e Pallino, e soprattutto di cosa ne pensa la tua famiglia, che tende a soffocarti. Ti butti a corpo morto in un'avventura, anche a costo di scontrarti con i tuoi cari, che non approvano la tua relazione. Visto che sei felice e innamorata...
(ecco... proprio innamorata mò è un parolone... però faccio come mi pare e questo per ora va bene, se poi domani dovesse arrivare l'amore non lo caccerò di certo via!)







la seconda cosa curiosa è questo test, ovviamente, siccome sono non poco rimbambita, non ricordo che testo sia, ma copiai, a suo tempo il risultato, perchè mi aveva colpito


Il tuo arredamento ideale
Un frigo in alluminio coperto di calamite provenienti dai tuoi innumerevoli viaggi, ( vero, anche se in realtà il mio frigo non permette la “copertura di calamite” così invece di portare robe da appendere fuori mi riporto sempre robe da mettere dentro!) la potrona cult degli anni '70 in mezzo al soggiorno, tutte le stagioni di "Sex and The City" su uno scaffale ( ma per caso questi del test sono già stati a casa mia? ) e nemmeno un calzino sporco per miglia e miglia... (beh… insomma…) Il tuo arredamento riflette la tua personalità, trendy e raffinata! (e scusate se è poco)

La tua personalità
Vera e propria fashionista, ti lasci tentare spesso dalle sirene della moda. Ti piacciono i vestiti, il design e i restoranti alla moda.( se lo dice il test…) Ti preoccupi del tuo stile e fai attenzione a vivere in modo sano. (questo si, e per me "modo sano" significa anche pane e nutella come antidoto nei momenti no. Antidoto SANISSIMO!)
Sei molto organizzata, al limite della mania, gestisci la tua vita per massimizzare la tua efficacia. (mah… ‘nsomma… se lo dice il test…) Lasci poco spazio all'imprevisto, ed è questo il tuo punto debole! (verissimissimo)

Il tuo uomo ideale
Vuoi un uomo che sia al tempo stesso sicuro di sé, dolce, protettivo, capace di ascoltarti per ore e comprensivo. Cerchi una spalla rassicurante che sappia calmare le tue angosce e metterti in valore. (e chi non lo vorrebbe un uomo così?)

Il tuo sogno proibito
Reincarnarti in Carrie Bradshaw. Un corpo da modella, un nido caldo a New York, un guardaroba ben fornito e tutti gli uomini ai tuoi piedi: che sogno... (la MITICA Carrie non si batte ed è inimitabile)

Ecco: questo è quanto. Una vera e propria DEMENZIALITA' lo so, ma oggi mi sento così, un po' sbirulina, quindi...
addirittura blogger si è rifiutato di pubblicarmi 'sto coso... è da ieri sera che ci provo perchè "perseverare è diabolico!"

domenica 14 settembre 2008

TAO


Incoraggia gli altri nei loro punti di forza e non sminuirli mai per le loro debolezze.

Nel dare forza agli altri, anche tu diventerai più forte.

Al contrario, mortificando gli altri, mortificherai soltanto te stesso.

Il colore con cui dipingi una ringhiera è lo stesso colore che ti resta sulle mani.

FOTO: Arcobaleno sull'Autostrada del Sole (annagi)

martedì 9 settembre 2008

La stagione dell'Amore - F. Battiato

Per rimanere in tema di "singles" e di "amori finiti - non realizzati - insperati - utopizzati - sognati - impossibili - non voluti - voluti... "




questa canzone è per chi ancora ci crede!!!!

La stagione dell'amore viene e va,
i desideri non invecchiano
quasi mai con l'età.
Se penso a come ho speso male
il mio tempo che non tornerà,
non ritornerà più.

La stagione dell'amore viene e va,
all'improvviso senza accorgerti,
la vivrai, ti sorprenderà.
Ne abbiamo avute di occasioni perdendole;
non rimpiangerle, non rimpiangerle mai.

Ancora un'altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore.
Nuove possibilità per conoscersi
e gli orizzonti perduti non ritornano mai.

La stagione dell'amore tornerà
con le paure e le scommesse questa volta quanto durerà.
Se penso a come ho speso male
il mio tempo che non tornerà, non ritornerà più.

domenica 7 settembre 2008

SINGLETUDINE

Essere “single” è bello?
O meglio: essere single è bello come si dice?
Certamente ha i suoi lati positivi, soprattutto ad una “certa età”, quando non si è più giovanissimi, il carattere si è completamente formato e forse anche un po’ indurito, si è imparato ad essere “autonomi” dopo svariate batoste e ci si è creati il proprio mondo fatto, talvolta, di spazi “troppo stretti” per ospitare un’altra persona.
Ma questi spazi perché sono così stretti?
Veramente non abbiamo più il tempo da dedicare e condividere con un partner?
O sono le responsabilità che vogliamo evitare?
Per sopperire alla mancanza di un’anima gemella il single cerca delle alternative alla vita a due; deve riempire le giornate e quindi lavora di più gettandosi anima e corpo alla formazione della propria “carriera”, si crea svariati interessi che lo impegnano in attività varie, tutto al fine di riempire quei “vuoti” che, altrimenti, potrebbero essere “occupati” da un menage familiare.
L’essere umano non è fatto per stare solo. Almeno per come la penso io.
L’essere umano, poiché dotato di un’anima, ha bisogno di amare e di essere amato, quindi la frase “sono single per scelta” non mi suona tanto bene.
Purtroppo, però, i rapporti “relazionali” sono complicati al giorno d’oggi, proprio a causa del fatto che siamo troppo proiettati verso un discorso di “individualità”. Pensiamo troppo a noi stessi e la parola “compromesso” ci è estranea…
Vedo in giro molte coppie che mi fanno pensare: lunghi silenzi al ristorante, come se avessero già detto tutto, come se non avessero più nulla da dirsi. A guardarli dal di fuori non sembrano un nucleo, un “noi”, piuttosto sembrano due “io” distinti e senza alcun legame, ognuno che pensa per i fatti propri, chissà a che cosa?! non si intravede, da fuori, un minimo cenno di intesa tra i due.
Per non parlare, poi, di quelle storie trite e ritrite di tradimenti e coppie che continuano a stare insieme solo per facciata. Quanti bocconi amari devono mandare giù? È compromesso, questo, o semplicemente un adattarsi pur di non stare soli?
Alla fine penso sempre “ma si, meglio sola a questo punto, sto meglio io…”; ma so che è solo un pensiero consolatorio.
Sarà pur vero che sono pienamente “padrona” della mia vita, che ho la mia casa sistemata come piace a me, che gestisco il mio tempo seguendo i miei ritmi e a seconda dei miei bisogni, ma… nonostante si possa raggiungere un discreto equilibrio anche nello stare da soli, la voglia, il desiderio, la necessità di relazionarsi con un partner rimane ed è naturale che sia così.
Forse per un uomo è diverso, non so, ma credo che la donna senta maggiormente la necessità di prendersi cura di qualcuno, di diventare moglie e madre. È nel nostro DNA essere “madri”, il che non significa cercare l’uomo-figlio, intendo solo dire che forse l’istinto o il desiderio di vedersi “realizzare” in una coppia è più femminile che maschile..
E per “vedersi realizzati in un rapporto” non vuol dire morire annullati, ma crescere ed iniziare un percorso a due, uno al fianco dell’altra, rimanendo se sempre stessi offrendoci all’altro creando un noi che si nutre di entrambi i partners, che, non per questo, rinunceranno e rinnegheranno se stessi.
Una relazione perfetta che regala stimoli e soddisfazioni ogni giorno e che sa affrontare in armonia i problemi che inevitabilmente si presenteranno lungo il cammino.
Questo è quello che cerco io… questo è come la vedo io….
Sono ancora single… non ho ancora trovato una “relazione perfetta”
Forse il mio essere single dipende proprio da questo?
O meglio: non sarà che alla fine si idealizza troppo il concetto di “amore e relazione”? ….
Esiste davvero il rapporto perfetto?


(la mitica Carrie Bradshow e il suo amico(gay) Stanford...)

giovedì 4 settembre 2008

Notte d'Amore


Lui guidava silenzioso
Lei si lasciava sfiorare il viso
dall’aria che entrava dai finestrini
lasciati aperti


L’automobile proseguiva sull’autostrada
portandoli fuori dal caos del centro

Solo sguardi tra di loro
e qualche parola detta con garbo
nell’attesa e consapevolezza di quanto li stava aspettando.

Si era affidata a lui
con la speranza di non essere delusa

Li attendeva un angolo di spiaggia
che sembrava essere creato apposta per loro


In alto, nel blu assoluto del cielo
un’eclissi oscurava quasi completamente la luna
lasciando la scena ad un mantello di stelle
messe lì apposta per l’occasione

Di fronte a loro solo il mare e le luci
di isole in lontananza

La fece adagiare sulla sabbia
Con delicatezza la baciò
lei ricambiò quel bacio
ed iniziarono ad esplorarsi a vicenda ,
in una notte che non aveva fine

Di sottofondo solo il rumore del mare
mischiato ai loro respiri
ed al rumore di mille carezze dolci
e baci appassionati

Poi la luna riapparve
in tutto il suo splendore
ad illuminare i loro volti appagati
da una notte d’amore.

martedì 2 settembre 2008

NEGRAMARO: L'Immenso

Ricordo una finestra socchiusa che istintivamente spalancai
per lasciar entrare quell'attimo di immenso...
in una casa che improvvisamente appariva come il posto più grande della terra
incredibilmente vuoto ed estraneo....



se... potessi far tornare indietro il mondo ... per un attimo di eterno e di profondo ...

A TE ... (solo per me)

Continuo a pensare a te. Non riesco a controllarli i miei pensieri.
Amore.
Ancora penso a te, sempre penso a te.
Il mio primo amore.
Cuore mio.
Mi rincuorano queste due semplici parole. Mi fanno sentire a casa.
Ho bisogno ancora di credere in loro per sentirmi a casa.
Per avere calore.
Cuore mio.
Due parole che donano calore.
Calore che scalda il cuore.
Devo parlare ancora a te per non far morire quello che ho dentro.
Per non morire io, dentro.
Cuore mio, penso a te.
Sempre.
Ho sempre pensato a te.
Sono passati giorni, mesi, anni,
forse anni luce tanto è il tempo che tu non sei più con me
ed io oggi ti penso.
Ti chiamo. Ti cerco.
E provo a sciogliere un po’ di quel gelo che è entrato nel mio cuore.
Non voleva battere più questo mio cuore.
Voleva fermarsi insieme al tuo, ma non lo ha fatto.
Sono passati già vent’anni, una vita intera.
Un’ altra vita, cuore mio.
La vita che hai tu lasciato
lasciandomi crescere e vivere e diventare donna…
accompagnata sempre da una lacrima
dentro la quale vedevo riflessa la tua immagine.
La vita che mi hai donato e che ora, io, devo conservare gelosamente.
A volte il tempo sembra niente
Sembra passare inesorabilmente senza che ce ne accorgiamo
Ed oggi sono qua, a pensare a te, come ogni giorno,
come tutti i giorni da venti anni a questa parte
Ci rincontreremo o forse ci siamo già incontrati
chissà quante volte ed io non ti ho visto.
Ma so che non ti ho perso.
Cuore mio, questo sentirmi a casa è già casa nel mio cuore
Il mio cuore è la tua casa
Perché tu sei me
Ed io sono te!