mercoledì 30 dicembre 2009

FELICE ANNO NUOVO


Ed eccoci di nuovo alla fine di un altro anno.
Mai come quest'anno il clima si addice all'immagine che sempre ho di un anno che passa e se ne va.
Questo grigio inverno ha indossato il suo vestito migliore per salutare il "vecchio anno" che stancamente vive le sue ultime ore cercando di fare ancora qualcosa per noi con l'intento di non deluderci.
Mi auguro che il "tempo" indosserà un vestito più solare che possa servire da incoraggiamento al "giovane 2010" sperando che il suo operato sia degno di essere chiamato tale; ma se così non sarà - sarà comunque "degno" di essere vissuto a prescindere...
Non sono più tanto capace di usare le parole... ancora no... ma l' AUGURIO che voglio fare, a TUTTI, è quello di

VIVERE OGNI GIORNO CON L'ENTUSIASMO e LA CURIOSITA' DELLA PRIMA VOLTA, CON UN BRICIOLO DI OTTIMISMO IN PIU' e DI GRATITUDINE PER TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO CERCANDO DI GUARDARE AVANTI E FARE QUALCOSA PER CRESCERE E MIGLIORARCI SEMPRE PIU'.

Con affetto sincero

mercoledì 23 dicembre 2009

BUON NATALE


A U G U R I
per un Natale di Pace e Serenità
e
che ognuno di noi
possa riscoprire il vero valore dei sentimenti
e
ricominciare ad AMARE
un saluto a tutti quanti Voi, amici bloggers, virtuali e non
a chi continua a seguirmi nonostante la mia assenza su "questi schermi"
a chi passa velocemente e distrattamente se ne va
a chi resta
e soprattutto a CHI NON HO AVUTO MODO DI SALUTARE PERSONALMENTE
perchè il tempo è un tiranno
corre troppo veloce e a volte non ce la faccio a stargli dietro




Il tuo viso sul muro e ogni ombra va via
Col suo passo scuro
Per questa malattia non c’è che il futuro
Il tuo sguardo si accende e ti parlo di me
Di queste ore orrende
Della mia rabbia che mi copro con le bende
…..
E io dipingo un lungo fiume e un vaso finto e
Stringo te… mi stringo a te
A tutto quanto, tutto quello che non c’è
Quanta rabbia ho veduto salire leggera
Quanti volti ho segnato sui vetri di sera
Quanta cenere e quanti perché
Quanta vita ho trovato
Dov’è?
Quanta notte mi manca e mi manchi stanotte
Così come sei tu
Il tuo corpo disegno in un’altra realtà
Chiuso nel mio regno
E come una Pietà
A cui non mi rassegno
E poi distrutto ma contento
Rivivo tutto, ogni momento
E scelgo te e tutto quanto tutto quello che non c’è

(C. Baglioni)




è difficile dire, parlare, raccontare, esprimere quello che accade nel cuore in certi momenti. Anche quest'anno, come ogni anno, di tutti gli anni di cui ho memoria (anno più anno meno e quest'anno un po' di più)... anche quest'anno la tristezza regna sovrana.
Sarà che il tempo passa velocemente, sempre più velocemente; saranno le maggiori responsabilità o le preoccupazioni, sarà che... il FUTURO è lì, davanti agli occhi, pronto ad essere vissuto, afferrato, approfittato... ma non è vissuto, nè afferrato, tantomeno approfittato... sarà semplicemente trascorso con inerzia... e così se ne va e con se porterà via tutto. Tutto quello che non ha già preso e portato già via.
Sarà che in giorni come questi la solitudine pesa di più. Quella del cuore e dell'anima. Quel dolore silente che cova e scava e addolora... subdolo. Perchè esce fuori sempre quando meno te lo aspetti.
Solitudine anche fisica per la mancanza di qualcuno. O di qualcosa. O di entrambe le cose.
Solitudine anche per l'assenza di quella giovinezza che andava a braccetto con la spensieratezza. Accoppiata micidiale, se ci penso adesso. Perchè insieme non hanno combinato un tubo.
Sarà che ... o forse non sarà proprio niente.
E come canta il mio Baglioni "per questa malattia non c'è che il futuro" perchè il tempo - passando - guarirà tutto... ma io ci credo poco! Quanto altro tempo dovrà passare affinchè possano guarire certi mali?
E così, rinchiusa nel mio regno, rivivo ogni momento di mille anni fa, quando un semplice abbraccio era una cosa banale e scontata ed oggi sarebbe, invece, un dono di Dio...

giovedì 10 dicembre 2009

sabato 14 novembre 2009

APATIA o PIGRIZIA?

Non aver voglia di fare niente.
Trascuro il mio blog. Lascio spento il pc. E poi penso: non è vero che non mi va di fare un tubo perchè di cose ne faccio tantissime. Solo si tratta di qualcosa di diverso dal solito. Diverso dallo scrivere, dal pensare ed inventare una storia da narrare.
Diverso dal solito.
Si tratta del tran tran quotidiano che ti allontana dal "mondo fantastico" dello "scrittore...
C'è stato un cambiamento, questo si. Ma non pensavo di arrivare ad annullare parte di un passato che mi è appartenuto fortemente e sento ancora appartenermi. Forse l'ho solo accantonato e forse è lì, pronto per essere rispolverato e tirato fuori al momento giusto.
Però... oggi... al corto di idee più del solito... sono anche a corto di energie per "fare" qualsiasi altra cosa... non resta altro che concedersi un po' di sano e pigro OZIO... almeno una volta ogni tanto :)))

BUON WEEK END
a chi passerà distrattamente di qua ed anche a chi ci verrà di proposito

domenica 18 ottobre 2009

DI COLPO




... di colpo un brivido e subito aprì gli occhi nel buio della notte.
Tirò un po' più su le coperte, fin sotto il naso e si raggomitolò accanto a quella sensazione che l'aveva svegliata.
Si era addormentata da poco cullata dal dolce pensiero di mille carezze e baci sussurrati a fior di pelle e di odori annusati a pieni nasi e che saturavano l'atmosfera...
Si era addormentata ricordando ogni singola parola, ogni gesto, ogni immenso eppure troppo breve attimo di quella giornata...
Si era addormentata involontariamente in compagnia di un pensiero che involontariamente ancora voleva rimanere in lei e con lei ... per tutta la durata della notte ...

giovedì 1 ottobre 2009

SERENO RELAX


Scrivo seduta su una panca d’avanti ad un tavolo di legno.
Sotto i piedi il prato.



In lontananza, ma neanche tanto, cantano i grilli e un po’ più lontano, ma sembra che sia qui accanto a me, dal paese, si sente suonare la banda con l’orchestra che canta. Mai come quest’anno il mio cuore è pieno di… qualcosa che non so esprimere. Queste voci che cantano mi ricordano le mie estati da bambina, al paese. Tutti i sabati e le domeniche si ballava, al borgo. Suonava la banda, cantavano le canzoni di Raoul Casadei, ed io, piccolina, ballavo con i miei cuginetti e poi arrivava zio Peppe e mi faceva fare un giretto con lui. Papà… chissà perché non ho mai ballato con papà mio. Lui che era un ballerino… forse perché non ballava già più… che non poteva… non me lo ricordo più. Stasera ricordi nostalgici, ma con un retrogusto di gioia. Gioia per averli vissuti e mentre scrivo e penso questo, l’orchestra in paese canta “mamma maria” dei ricchi e poveri. In fondo si è sempre detto che sono le piccole cose, quelle semplici, che regalano gioie maggiori. O no? Sono in Umbria anche ora, in questo preciso momento. Nella “mia” Umbria, dove quasi tutte le estati vengo a rilassarmi, insieme a mia madre. Una settimana “spaparacchiate” senza aver fretta di far nulla se non solo quello che ci va di fare. A me serve dopo un anno di lavoro. Staccare la spina e rigenerarmi un po’ (quest’anno più che mai). A lei fa bene respirare un po’ di “aria buona” e fuggire via al riparo dalla calura della città.

L’orchestra continua a suonare e cantare e ripenso a quel bel campo di girasole che si incontra arrivando qui. E penso che la connessione internet è debole, ma non mi interessa perché quello che mi serve ora è solo avere un foglio bianco di word per riprendere a scrivere un po’, ora che ho tempo e mente liberi.

Sabato, 1 agosto 2009

domenica 27 settembre 2009

SEMPLICE DEDIDERIO




Non ho bisogno, ora, di frasi cerimoniose
O promesse o parole di circostanza
Niente vuoto o pochezza nell’anima
Bastano solo semplici gesti
E parole dettate dal cuore
Volte a dimostrare la grandezza di un sentimento


sabato 19 settembre 2009

TAO


Credi in te stesso.
Confida nelle tue capacità.
Dai valore a te stesso.
Allo stesso modo vedrai che gli altri reagiranno in modo analogo nei tuoi confronti.
(tratto dal libro di Swami Kriyananda Conversazioni con Yogananda)

lunedì 7 settembre 2009

BENTORNATI


Partire è un po’ come morire
Tornare è un po’ come rinascere…



Ma se si parte per un bel viaggio, per staccare dalla quotidianità eritrovare la tanto sospirata serenità, il tanto atteso relax, il benessere che solo un soggiorno lontano dal trantran quotidiano può regalarti, allora non vuol dire morire. Al limite morirà lo stress e la pesantezza che ci ha accompagnati sino al giorno prima delle ferie.

Quindi partire non è come morire.

Partire è prepararsi ad un ritorno in splendida forma… per “rinascere” e riscoprirsi “rinati” nello spirito e nei pensieri affinchè si possa guardare all’inverno con occhi nuovi e con una rinnovata dose di energia, ottimismo e buoni propositi.


BENRITROVATI a TUTTI VOI !

giovedì 13 agosto 2009

BUONE VACANZE



BUONE VACANZE a TUTTI !!!

DIVERTITEVI
RIPOSATEVI
e...
A PRESTO!!!


martedì 28 luglio 2009

QUANDO L'AMORE PARLA DA SE'

...A quel punto sentii la sua bocca sulla mia e mi arresi.
E non perché fosse mille volte più forte di me.
La mia volontà si sbriciolò nell’istante preciso del contatto.
Il bacio non fu affatto prudente come quelli che ricordavo, ma andava benissimo così.
Se proprio dovevo perdere un altro brandello di me stessa, meglio esagerare.
Perciò restituii il bacio, mentre il cuore scandiva un ritmo spezzato e disordinato, il respiro si trasformava in affanno e le dita cercavano ingorde il suo viso.
Sentivo il suo corpo marmoreo aderire al mio ed ero felice che non mi avesse ascoltata: non c’era dolore al mondo per cui valesse la pena di rinunciare a quell’istante.
Le nostre mani riprendevano confidenza con il viso dell’altro e, nei brevi istanti in cui le labbra si separavano, lui sussurrava il mio nome…


tratto dal romanzo "new moon" di S.Meyer

martedì 14 luglio 2009

UNA SPERANZA



Quando riaprì gli occhi provò una strana sensazione, una sorta di stordimento. Era l’ora di alzarsi e prepararsi per un nuovo giorno, una nuova settimana lavorativa. Era lunedì. Aveva trascorso un week end bellissimo in compagnia del suo ragazzo. Aveva anche riposato a sufficienza e quindi si domandava il perché di quel senso di spossatezza che provava. “Strano” pensò tra sé “mi sono svegliata prima del trillo della sveglia, forse è ancora troppo presto per alzarsi” e quella sensazione di “torpore” diventava sempre più forte fin quando non si rese conto che si trattava di un vero e proprio dolore. Le faceva male una gamba, molto male ed anche la schiena, sentiva duro il materasso… Non c’era luce ed un odore acre che non riusciva a definire le pungeva le narici. Provò a rannicchiare le gambe e si rese conto che non riusciva a muoversi; tra le dita delle mani avvertiva una sensazione di polvere… non riusciva a capire… ma si rese conto di non essere nel suo letto…
Provò ancora una volta a muoversi ed un calcinaccio venne giù, facendo un rumore che la spaventò e poi tutto le fu chiaro: da quanto tempo era lì? Cosa era successo esattamente?
"È crollata! La mia casa è crollata, quanto ho sopra di me? Cosa c’è, dove sono, chi c’è la fuori?". L’ultimo ricordo che aveva fu quello di una scossa, più forte di quelle che c’erano già da mesi, ma solo un tremolio, un tremolio e niente più… non ricordava altro.
Sentiva freddo ed aveva bisogno del bagno… la paura diventava, ogni secondo che passava, sempre più forte. Doveva uscire di lì, ma non riusciva a muoversi. Allora iniziò ad urlare. Più forte che poteva… sentiva la polvere scenderle giù nella gola e temeva che quell’odore misto di cemento e gas e chissà cos’altro potesse asfissiarla… ma urlava lo stesso, più forte che poteva. “Chissà… magari fuori c’è qualcuno che può sentirmi…” e con le mani, solo con le mani tentò di aprirsi un piccolo varco…
Passarono le ore, il dolore alla gamba le toglieva il fiato; sicuramente c’era una frattura. Poco male, sì, poco male, era già una benedizione il fatto che fosse ancora viva.
Un piccolo raggio di luce riuscì a penetrare attraverso le macerie, i calcinacci e tutto quello che le era caduto addosso: era il segno che forse non sarebbe stato così difficile uscire fuori da lì. Ora le faceva male anche la gola a causa degli urli che continuava a lanciare nella speranza che qualcuno la sentisse…
Un piccolo raggio di luce divenne sempre meno piccolo e sempre più luminoso.
Poi – improvvisamente – di nuovo il buio ed il silenzio… … … … … … …
Quando aprì gli occhi provò una strana sensazione: era il primo raggio di sole che la svegliava nella nuova casa. Ce ne sarebbero stati ancora molti altri.
Tutto era passato e si era concluso al meglio, ma la paura, il terrore e l’incubo tornavano a trovarla, puntualmente, ancora ogni notte facendole rivivere, sempre, quella terribile esperienza.

venerdì 10 luglio 2009

esattamente 42 anni fa a quest'ora...

minuto più minuto meno... la mia mamma dava alla luce la qui sottoscritta "canchera" che del cancro c'ha tutto, ma proprio tutto... questa vignetta è perfetta, davvero...


pubblico questo pensiero, che trovo molto bello e che mi è stato donato in occasione di questo mio 42^... vorrei regalarlo a tutti coloro cui voglio bene, a chi mi segue qui sul blog da parecchio tempo ormai, ai miei amici di sempre, a quelli conosciuti ieri, a chi sia è allontantato e a chi si riavvicina piano piano e a chi inaspettatamente riesce sempre a stupirmi con semplici manifestazioni d'affetto

"Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.

Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non
solo per te stesso,ma anche per donarlo agli altri.

Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.

Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull'orologio.

Ti auguro tempo per toccare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.

Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.

Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno , ogni tua ora come un dono.

Ti auguro tempo anche per perdonare.

Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita".

BUON COMPLEANNO


Grazie di cuore, Nella :)

domenica 5 luglio 2009

SEMPLICEMENTE


Il bagliore azzurro del mattino mi sveglia
Filtra attraverso le tende mescolandosi al tuo sguardo
Insieme, timidamente, posano una tenera carezza sul mio viso
Sul cuscino, accanto a me, il mio fiore preferito

martedì 30 giugno 2009

L'ANIMA

L’anima che sbatte contro le pareti del cervello. Improvvisamente la senti contorcersi, si agita. E’ completamente andata. Agitata. Sconsolata. Impaurita. Troppo ha sentito. Troppo ha patito. Continue e continue frustate; frustate nell’anima, quelle inflitte da chissà chi e da chissà cosa! E chissà perché? Una, dieci, cento, centomila, involontariamente forse, ma sempre di frustate si è trattato ed hanno logorato l’anima, corrosa, indebolita, inaridita; l’hanno fatta esplodere. Frustate provenienti da ogni dove. Se l’anima decide di farsi maltrattare non c’è nulla da fare, si farà maltrattare. Ed arriva un momento in cui – poi – la sentirai sbattere violentemente in testa, sentirai affondare lame affilate nel cuore, sentirai la testa andar via ed abbandonare la ragione, tutto si mescolerà in un caotico turbinio di emozioni e sembrerà di impazzire! Ma forse è davvero pazzia in quei momenti. In quei momenti attimi di pazzia attraversano la tua mente e non sai più come fare né cosa fare. Il dolore che provi è immenso, grande, incurabile (pensi) e non riuscirai più a rinsavire. Si crea un connubio di dolore, cuore ed anima, quello che ferisce l’uno, ricade sull’atro, in un vortice da delirio. Ma per fortuna tutto passa e quell’anima che prima si sentiva “in pena” come un uccellino in gabbia e senza ali, pian piano torna in se, si sente meno angosciata, anche se i segni di quel che è stato restano ed il cuore faticherà ad uscire dalla sua era glaciale… no… lui proprio faticherà e non si sa se ci riuscirà. Ma il gelo è davvero così indistruttibile? Non so, so solo che il cinismo, a volte, è il frutto di questo delirio mal curato…
AnnaGi (marzo 2007)

martedì 23 giugno 2009

QUANDO CE VO' CE VO'

Con il consenso del mio amico Marcello, autore di quanto segue, pubblico questo sfogo che ho condiviso e condiviso e condiviso sempre più man mano che procedevo nella lettura... perchè a volte quando ce vò ce vò


Vaffanculo a chi pensa che dire solo vaffanculo risolva i problemi, ogni riferimento al "grillismo" è puramente casuale e non in senso ironico. Vaffanculo.

Vaffanculo a chi se lo merita, in primis ai politici inconcludenti e corrotti, ai personaggi scialbi e inconsistenti, ma ogni tanto vaffanculo anche a noi stessi, quando ce lo meritiamo. Vaffanculo.

Vaffanculo a quelli che pensano che la colpa è sempre degli altri e mai la propria. Vaffanculo.

Vaffanculo a chi ruba pochi spiccioli perché tanto rubano tutti tanti soldi. Vaffanculo.

Vaffanculo a chi pretende di essere trattato con rispetto ma non rispetta. Vaffanculo.

Vaffanculo a chi pensa che le proprie azioni disdicevoli non siano una cosa negativa perché così fan tutti. Vaffanculo.

Vaffanculo a chi pensa che non si possa iniziare da qualcosa per migliorare una situazione, e vaffanculo anche a chi non ci prova. Vaffanculo

Vaffanculo a chi pensa che le piccole cose non abbiano anche loro la loro importanza. Vaffanculo.

Vaffanculo a chi pensa che devono sempre essere gli altri a muoversi per primi per cambiare le cose. Vaffanculo.

Vaffanculo a chi predica bene e razzola male, e sono tanti. Vaffanculo

Vaffanculo a chi pensa che è sempre una questione politica, o meglio che è tutto riconducibile alla destra e alla sinistra. A volte è solo una questione di educazione, di buon senso e di senso civico. Vaffanculo.

Vaffanculo quindi a chi pensa che l'etica, ( "ETICA" che parolona) sia una parola priva di senso e addirittura passata di moda. Dovremmo invece essere orgogliosamente fuori moda. Vaffanculo.

Vaffanculo a me che ho detto tanti vaffanculo e vaffanculo a voi se non avete capito il senso dei miei vaffanculo.

Vaffanculo al linguaggio volgare, ma soprattutto ai gesti e ai comportamenti volgari, arroganti e prepotenti, ammantati di parole belle e apparentemente prive di volgarità. Vaffanculo.

Vaffanculo a tutti quanti se non cerchiamo di migliorare perché è di questo che abbiamo bisogno, di migliorare, perché se miglioriamo non abbiamo bisogno di mandarci affanculo, ma visto che fin qui invece di migliorare peggioriamo a vista d'occhio, allora per adesso, in attesa di tempi migliori, facciamo un girotondo e vaffanculo a tutto il mondo.



P.S.
Per chi avesse trovato troppo volgare questi innumerevoli "vaffanculo", sostituisca il termine con"andate a quel paese".
(Marcello M.)

P.S.2
e mò mi oscureranno il blog ... ???? (anna)

mercoledì 17 giugno 2009

... COSI' ...


And I wanted to dance so you asked me to dance
But fear is in your soul
Some people call it a one night stand
But we can call it paradise

Take a chance
(Like all dreamers can't find another way)
You don't have to dream it all, just live a day










e io volevo danzare e tu mi hai chiesto di danzare, ma la paura è nella tua anima, alcuni la chiamerabbero storia di una notte, ma noi possiamo chiamarlo Paradiso...
... cogli l'opportunità (come x tutti i sognatori è l'unica strada) ma tu non devi sognarlo tutto, ma solo vivere un giorno...

venerdì 12 giugno 2009

INNOCENTI EVASIONI


Ho voglia di leggere
Di interpretare e capire
Di scoprire e meravigliarmi

Vorrei leggere la sincerità nei tuoi occhi
Interpretare e capire il significato delle tue azioni
Scoprire parole nuove
E meravigliarmi nel comprendere (SENTIRE)
Che tutto questo è AMORE

domenica 7 giugno 2009

POST-ORIA

Voler chiudere gli occhi, abbandonarsi ad un lungo sonno, riposare le stanche membra e far tacere l’onda delle emozioni che viaggiavano in lei a velocità supersonica.
Questo è quello che desiderava più di ogni altra cosa al mondo Lisa in quella domenica uggiosa di inizio estate.
Aveva resistito per un mese, era riuscita a mantenere sopita la sofferenza che quel mancato amore le aveva provocato, forte della convinzione che a volte il destino è beffardo, non c’è colpa se l’amore non è reciproco. Certo è un peccato, ma nulla è scontato quando si tratta di sentimenti.
Luca non l’amava, lei lo sapeva. Lui non ha fatto nulla per trattenerla, lei non ha sopportato. Fine.
Ha imparato ad accettare la realtà, finalmente - ed inaspettatamente si stupì per il coraggio e la “disciplina” adottata nell’affrontare l’ennesimo fallimento. Anche se questa volta non si trattava di un vero e proprio fallimento, perché era riuscita a fermarsi in tempo Giusto in tempo prima che le cose andassero avanti e si complicassero. Giusto in tempo prima di investire sentimenti più importanti affidandoli ad un destinatario non degno. Aveva analizzato tutto in quel mese, che, tra l’altro, volò via in un baleno; ed anche questo le sembrò alquanto strano. Aveva analizzato tutto, nei minimi particolari, ripercorrendo fasi e frasi, discorsi ed atteggiamenti; tranne una cosa, una sola che non aveva proprio preso in considerazione, cui non voleva pensare, che dava per scontato che “non fosse”… ma il giorno prima di quella domenica uggiosa di inizio estate si ritrovò a pronunciare ad alta voce a se stessa “io sono innamorata”!
E fu la frase più bella che avesse mai pronunciato negli ultimi anni della sua vita.
“Sono innamorata” continuava a ripetersi provando un improvvisa gioia nel cuore. Il sorriso le si illuminò per la magia che tale sentimento provoca e tutto le sembrò meno cupo.
Almeno per un po’.
Vide d’avanti a sé il volto radioso di Luca, i suoi occhi di mare, il sorriso delicato di quando la guardava dritto negli occhi in silenzio e provò un irrefrenabile desiderio di sentire il tocco della sua guancia sulla propria, annusarne per l’ennesima volta l’odore, ascoltarne il respiro sul collo; ma durò il tempo di un attimo impercettibile perché la consapevolezza che Luca non l’amasse la riportò immediatamente con i piedi per terra. Eppure la gioia di sentirsi innamorata non l’abbandonò per tutto il giorno. Amava l’amore, o per meglio dire, lo amava nuovamente. Forse era riuscita ad uscire da quel nascondiglio fatto di paure e voglia di “abbandono” ove si era nascosta per molto tempo.
Avrebbe voluto conoscere Luca in quel momento, forse sarebbe stato tutto diverso.
Poi arrivò la notte, e dopo la notte l’alba di un nuovo giorno.
Un giorno piovoso e triste e si trovò sola nella sua casa vuota, fatta di fastidiosissimi silenzi. Batteva solo il suo cuore, innamorato, che scandiva ogni secondo alternandosi al ritmico ticchettio della pioggia. Quel giorno Lisa non aveva – però – la forza né il coraggio di ammirare quanta
bellezza ci fosse nell’amore. Si sentiva schiacciare dal pesante nonchè assordante battito del suo cuore... aveva solo voglia di lasciarsi andare ancora nel torpore di un lungo sonno per rinfrancarsi un po’…



lunedì 1 giugno 2009

IL BICCHIERE è SEMPRE MEZZO PIENO

CRONACA della DOMENICA

era un compito che puntualmente TUTTI i lunedì ci veniva assegnato dalla maesta, alle elementari. Alla fine era diventato pure noioso stare sempre a descrivere queste domeniche che spesso non avevano nulla di eclatante da raccontare.
E così oggi, che è lunedì, e per giunta un lunedì di ponte dato che domani sarà nuovamente festa, mi son voluta cimentare in un compito che era esclusivo dei tempi dell'infanzia.
Sarà che per un periodo ho "rivissuto" il periodo immediatamente successivo, o forse questo non c'entra niente comunque ecco qui la mia DOMENICA.





DELLA SERIE "IL BICCHIERE E' SEMPRE MEZZO PIENO"

premesso che tutto il week end di "ponte" è saltato, ovvero i vari programmi sono andati a farsi benedire per svariati motivi;
premesso che il meteo non è stato affatto clemente e ha voluto romperci le balle rovinando anche i programmi dell'ultimo minuto, non mi son persa d'animo (e basta con queste anime perse, che poi a ritrovarle ci vuole una fatica immensa, ma chi ce lo fa fare?) così, sole o pioggia o diluvio universale, o ufo atterrati sulla Terra con tanto di nuovi cioccolatini prelibati che a non assaggiarli sarebbe stato un vero peccato... ho organizzato, con una settimana d'anticipo rispetto al "periodo migliore per andarci", la mia tanto desiderata gita in Umbria, in quel posto che so io...


questo è quello che ho trovato al mio arrivo.

PIOGGIA...
ancora un po' di neve sui monti, nebbia mentre scendevamo giù a valle e dei fiori che SPERAVO di trovare (considerato il caldo prematuro dei giorni passati) nemmeno l'ombra. O meglio pochi pochi e niente in confronto a quello che sarà tra qualche giorno

ma... che importanza ha? Sarà che nonostante gli ultimi giorni di questo maggio, che quest'anno per me di magico ha avuto ben poco, dopo tutto il "patire" e il "non patire", le illusioni deluse e le dulusioni illuse, ho avuto la mia buona dose di carezze sul cuore.

Ho ritrovato vecchi amici, presenze importanti nella mia vita e soprattutto ho avuto la conferma che l'affetto (o anche l'amore - se vogliamo) non si perde per strada.

RIMANE.

E prima o poi si manifesta.

E così ho ritrovato ben due persone care... una delle quali è stata la mia metà in questo "palombaraggio" di una domenica piovosa.

E poi... un pranzo fugace (visto che sono a dieta e Dio solo sa che SACRIFICIO far finta di non notare sul menù certe prelibatezze tipiche del luogo) e via, di nuovo in marcia verso una città qualsiasi, da visitare, visto che la pioggia per un po' ci ha dato tregua.

Lungo il cammino ci siamo fermati a Spoleto...
una lunga camminata accompagnata da mille chiacchiere e racconti di quanto accadutoci in un certo lasso di tempo in cui... spiegazioni e chiarimenti che hanno portato "chiarimenti diversi" anche dentro di me e per una giornata tutto mi è sembrato meno uggioso e pesante di come avevo sospettato che fosse, anche questo vialetto solitario mi è sembrato il posto più romantico della Terra e forse lo è veramente

Quando sono in Umbria mi sento a casa, avveto un senso di pace che non so descrivere, sarà che ce l'ho per metà nel mio DNA (ma come mai con l'altra metà tutto questo non accade?), fatto sta che... la mia cronaca della domenica è caratterizzata da un umore gioioso e non mi interessa se un programma di vacanza, o di mare, o di relax è saltato; oggi sono andata in ufficio, con tanto di pioggia torrenziale per gran parte della mattina. Altro che primo giugno! Qui fa pure FREDDO!
Ora... sembra sia uscito uno spicchio di sole... non vorrà mica farci la grazia di avere il cielo azzurro domani????
P.S. comunque ci torno in quel posto al momento giusto ;)


mercoledì 27 maggio 2009

ILLUSIONE e DELUSIONE


A un’illusione segue sempre una delusione.
È illusione l’aver “immaginato”.
Delusione è dopo aver “guardato”.
Accade sempre così se quello che si è visto, dopo aver guardato, è diverso da ciò che avevamo immaginato. Ma lo si scopre solo con il tempo. Ne basta poco, se si è esperti “osservatori”.
Se si è buoni osservatori della realtà.
Credo sia giusto dare fiducia a chi si mostra degno di riceverla; purtroppo – però – accade che quasi subito i “nodi vengano al pettine”.
Spesso la nostra attenzione viene catturata da immagini affascinanti che ci inducono in errore, perché poi, con il tempo, tali immagini perdono completamente il loro fascino e ci ritroviamo a domandarci cosa sia accaduto e dove sia finito tutto quel che avevamo “visto” all’inizio.
Mi domando se non si tratti di un vero e proprio problema di “idealizzazione”…
È possibile che appena si conosca una persona che ci piace si ripongano immediatamente su di essa le proprie aspettative?
E mi trovo a rispondere con un’altra domanda: sei consapevole del fatto che l’unica aspettativa che puoi avere è nei confronti di te stesso?
Insomma, non è possibile “immaginare” di vivere una situazione diversa da com’è realmente. E’ possibile che non la si veda chiaramente? Forse all’inizio è così, ma davvero basta poco tempo per rendersi conto dell’errore, anche se questo, spesso, non ci evita di avere, comunque, una brutta delusione.
Delusione figlia dell’illusione… ovvero trattasi di non voler guardare in faccia la realtà.
E lo ribadisco! E la delusione rimane se ci si ostina in tale atteggiamento negativo.
Perché se con un pizzico di lucidità si riuscisse ad osservare la realtà così com’è, nella sua semplicità, senza farci troppi pensieri su, senza costruirci qualcosa di diverso da quello che è, sarebbe tutto meno complicato.
Il guaio è che spesso c’è, in un posticino neanche troppo nascosto del cuore, la speranza che in futuro le cose possano “cambiate” e si potrebbero avvicinare a quello che immaginiamo che possa essere, o che vorremmo che sia, che tutto il fascino riscontrato all’inizio possa ritornare, senza considerare che l’unico modo per veder avverati i propri desideri è di affidarli a chi sarebbe in grado di farlo e non a chi non ci riuscirebbe nemmeno volendoci impiegare tre o quattro vite. E’ la realtà. La pura e semplice realtà. Almeno questo è fino a prova contraria…
Oggi posso affermare con convinzione che la mia piccola illusione delusa non sarà più tale, che la realtà l’ho vista e guardata bene in viso… certo… un po’ fa male, ma non devo far altro che accettarla e forse, poi,mi passerà anche quel pizzico di dolore che ha provocato.
Una delusione è il mancato riscontro di dati oggettivi.
E allora?
Allora… metterò anche questo nella valigia prima di riprendere il viaggio….


venerdì 22 maggio 2009

STORIA di UNA PICCOLA GIOIA DESTINATA A MORIRE

C'è una piccola GIOIA
che timidamente emerge e cresce,
svegliandosi dal suo torpore e
nutrendosi di tenere attenzioni inaspettate.


In sordina diventa grande, sempre di più
fino a nutrirsi di quell'attenzione tenera
ormai davvero importante.
E' una GIOIA che diventa grande
tanto da riuscire a riempire il cuore intero
ed ora quelle attenzioni diventano, per lei, vitali


Poi la GIOIA incontra una nuova amicizia:
il turbamento.
Sente mancarle quelle tenere attenzioni così importanti
le sembra fuggano via
e così stringe un patto di alleanza con
la peggior nemica che potesse incontrare:
la diffidenza.
La diffidenza le presentò il dubbio e l'ira.


La piccola GIOIA smise di crescere
ed iniziò a frequentare, così, cattive compagnie
che la portano ad allontanare sempre più
quell'attenzione tenera.


Ora non c'è più GIOIA
il cuore si è svuotato di tutte le cose belle
ricevute fino ad allora
per riempirsi di lacrime e rimpianto.


E POI ...
non so quante parole userò
sono le 4,32 del mattino e non riesco a dormire ...


... flash, ripetuti flash davanti i miei occhi
e si rincorrono nella mente.
Parole dette ed ascoltate
alcune non le ho nemmeno capite.
Mi ha abbracciata forte a sè e poi mi ha baciata.
Ho pensato fosse di nuovo tutto ok...
poi di nuovo le paure... le mie
accompagnate dalle sue, stavolta.
Io che cercavo smentite, stasera
ho rafforzato, invece, le mie convinzioni
CONFERME!
ho avuto conferme
e questo è quel che mi merito per aver combinato questo gran casino.
Sono stata la prima ad usare la testa al posto del cuore
per una volta, una sola nella vita
FANCULO LA RAGIONE
ora al mio cuore chi ci pensa?
Inutile parlare, dire, chiarire
sebbene tutto sia chiaro ed incomprensibile nello stesso tempo
io ho solo un'idea in testa
solo due parole, due sole
VOGLIO LUI!!!
e quando dico voglio lui ho detto tutto
VOGLIO LUI
perchè credo sia l'altra parte di me, quella buona
VOGLIO LUI
perchè è il mio "clone"
VOGLIO LUI
che sa essere tenero quando mi guarda dopo...
VOGLIO LUI
e la sua pazzia travolgente
VOGLIO LUI
e la tenerezza che leggo nei suoi occhi parlando di ciò che gli è più caro
VOGLIO LUI
e quel senso di "rispetto" che non penso sia andato perso
VOGLIO LUI
che non mi cerca mai abbastanza
ma lo voglio ugualmente
per litigarci e farci pace.
MA NON è COSI' !
è bastato un problema ad allontanarci... immediatamente
eppure... ancora... ora... adesso...
VOGLIO LUI
perchè voglio complicarmi la vita
e vedere come andrà a finire
Perchè tra il vivere e il sopravvivere
ho sempre preferito VIVERE.
Ma da domani
dovrò cambiare modo di pensare e soprattutto desideri
e smettere di VOLERE SOLO LUI che non vuole me!
Guarderò al futuro pensando
che ci ha perso di più, in questa storia,
è lui... solo lui...

martedì 19 maggio 2009

TEMPO al TEMPO

Sempre in dubbio se di tempo e spazio non ne abbia dato mai abbastanza...

Eppure credo che non sia così, credo di aver sempre dato "tempo", tanto tempo... TROPPO a volte, forse.

Credo di essermi spesso data del "tempo"... ed ora sto dando "tempo al tempo"... per una volta nella vita... e vedremo cosa porterà questo "tempo"...

A volte il "troppo tempo" porta a viaggiare parallelamente, forse nella stessa direzione, ma parallelamente, senza incontrarsi mai... questo ritengo sia molto triste e sconcertante...





lunedì 18 maggio 2009

LE FOGLIE - Malika Ayane




E’ piovuto il caldo
Ha squarciato il cielo
Dicono sia colpa di un’estate come non mai
Piove e intanto penso
Ha quest’acqua un senso
Parla di un rumore
Prima del silenzio e poi…
E’ un inverno che va via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di spazio
E tempo non ne ho dato mai
Seguo il sesto senso
Della pioggia il vento
Che mi porti dritta
Dritta a te
Che freddo sentirai
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di tempo
E spazio non ne ho
Dato mai

venerdì 15 maggio 2009

MAI VIA


Corri e mi percorri
mentre mi rincorri
lasciandomi lo spazio di fuggire via da te
Chiamando e richiamandomi
per riportarmi di corsa a te
Non riesco ad andare mai veramente via
il distacco fa troppo male e può spaventare
Ma io so che è un male che si può curare...

lunedì 11 maggio 2009

BRICIOLE e PALLIATIVI

Noia e solitudine portano, talvolta, ad accettare compromessi senza sapere con chi li facciamo e perché. Senza rendercene conto affidiamo le nostre emozioni ad una tentazione perversa: quella di riempire un vuoto nella maniera sbagliata.
Si cercano novità, si cambia spesso direzione, si cambiano repentinamente i giudizi e le valutazioni, tutto in funzione di un momentaneo benessere. Momentaneo e soprattutto insano benessere.
Ci si accontenta di briciole, concesse come una pioggia di coriandoli che il vento è pronto a spazzare via, eliminandone immediatamente le tracce, impedendo ogni vano tentativo di nutrirsi ancora di esse.
Quante volte è capitato e quante altre volte capiterà ancora?
Palliativi e non cure vere per l’anima. Perché se c’è un malessere, questo va curato, il male va estirpato alla radice e non ci si riduce a prendere un antidolorifico che garantisce solo il benessere di poche ore. Inutile crogiolarsi e lasciarsi andare ad emozioni forti, perché quelle si esauriscono nell’esatto istante in cui le proviamo. È la velocità costante che garantisce un viaggio lungo e confortevole.
Molte donne (ma credo anche molti uomini) alla fine si “riducono” a questo, accontentandosi del poco che si riceve e “tirando avanti” nella speranza che qualcosa maturerà in futuro. Senza considerare il fatto che la maturazione porta poi all’invecchiamento fino ad arrivare a “marcire” ed ancora, la cosa più triste ed avvilente, è che marciamo sull’albero senza aver prodotto alcun frutto… quel frutto che dovrebbe crescere a maturare – lui; ed invece restiamo appese a quel ramo – noi - nella speranza che un contadino qualsiasi si accorga di noi e ci salvi da una brutta nonché mortale caduta…
Ma dobbiamo accettare il fatto che se il contadino non ci ha raccolte, finora, non lo farà più. Inutile sperarci su, quindi tanto vale cercare un modo per tirarsi in salvo da sole; al limite scendendo dall’albero con cautela e cercare un altro mercato dove il “prodotto” potrebbe essere apprezzato per quello che è.
Un po’ più di amor proprio e una nuova dose di consapevolezza potrebbero aiutarci a trovare la forza necessaria per muoverci nella direzione che ci siamo prefissate, senza indugiare oltre.
Armarsi di armi e bagagli ed intraprendere un nuovo viaggio verso un giorno completamente NUOVO.
Ci vuole coraggio e – come affermava un saggio amico -. anche molta disciplina, in amore. Ma credo siano gli unici ingredienti veri che possano sostituire le briciole ed i palliativi cui siamo state abituate fino ad ora…
Rinnovamento e rinascita… rinascita e rinnovamento costanti e mai più false speranze legate a false illusioni… tanto il buongiorno si vede dal mattino e questo ci permette di decidere se prendere l’ombrello oppure no.



venerdì 8 maggio 2009

PENSIERI in LIBERTA'


Liberare la fantasia e lasciar andare il pensiero. Sono i momenti di maggiore creatività e non solo “letteraria”. Si crea in ogni campo, si è più propositivi, si recepiscono di più le emozioni ed il mondo che ruota intorno a noi.
Che giornate! Ho un groviglio di emozioni qui, proprio qui all’altezza dello sterno, al confine cuore/stomaco… il solito luogo dove si concentrano e si danno appuntamento le sensazioni, tutte quante; solo che quelle belle le riconosci un po’ di più, prediligono questo posto; quelle brutte preferiscono dimorare di più nel cervello… abbandonano il cuore…una volta elaborate – però - perché altrimenti nel cuore ci stanno e lo distruggono di dolore; ma questo è sempre ed ancora un altro discorso che non vorrei toccare in virtù del solito motto…
Che serata magnifica, stasera! Si sente l’odore. L’odore di maggio, sì, proprio quello. Ed è proprio questo che mi apre il cuore. La primavera e le sue limpide serate mi fanno stare bene.
Ci si riesce a perdere completamente in un blu così assoluto, pulito, sereno. Tutte queste stelle sopra di me, che accompagnano una luna leggermente “velata” fanno da sottofondo a queste mie ore insonni. Ma del resto, mi domando come si può dormire, chiudere gli occhi e rinunciare ad un panorama simile?
Voglio stare un po’ fuori, stasera (ma forse è meglio dire stanotte), non fa proprio caldo, anzi, ma adoro questo stato di grazia che le notti così sanno regalarmi e poi… con la contraddizione che mi distingue e mi caratterizza, dico che forse ho bisogno di pensarci un po’ su.
Così, in questo silenzio calmo e denso di blu, la mia amica luna ha indossato un leggero alone bianco dietro il quale sembra volersi nascondere. Una sorta di effetto “vedo non vedo” che la rende ancor più affascinante.
Mi assomiglia, stasera. Assomiglia ai miei pensieri che, sebbene siano ormai limpidissimi, continuano a volersi mascherare; ma poco, pochissimo, giusto quel tanto che non guasta, ma, al contrario, potrebbe condire il tutto di un pizzico di “mistero” che serve per non scoprirsi mai completamente e mai troppo.
Una sorta di protezione? Diciamo di si. Mi rendo conto che ho ancora bisogno di ritirarmi nel guscio, ogni tanto, soprattutto quando avverto un pericolo e di pericoli, in agguato, ce ne sono sempre ed in ogni angolo. Nonostante sia già primavera e il cuore mi batta un po’ più forte e una piccola grande gioia mi dimori ormai stabilmente nel cuore… la paura che questa sarà una stagione “instabile” mi rende inquieta…
Perché vorrei entrare anch’io nell’anima di questa notte così come lei a volte entra nella mia.
Perché se davvero sentissi dentro l’anima la presenza costante della luna, delle stelle e di questa primavera e sapessi che nella loro anima ci fosse la presenza crescente della mia primavera, allora potrei dire di aver di nuovo accarezzato la magia di un pensiero felice che rende tutto veramente magico ed importante.
Perché se è vero che tutto si basa e ruota intorno all’ incertezza, a volte vorrei avere almeno una piccola certezza…


domenica 3 maggio 2009

ANCORA A RUOTA LIBERA, MA NE AVEVO BISOGNO


Sono qui, davanti alla mia hoja en blanco, come sempre meno spesso accade.
O meglio come sempre meno spesso accade che la “hoja” venga riempita.
Lo lascio sempre più spesso in bianco il mio foglio, la mia pagina di word… per non pensare, chissà, o per non voler dire… chissà…
Mi sento lievemente malinconica e non ne comprendo il motivo, non vorrei essere ancora in balia dei miei ormoni (sembrerebbe una tipica sfuriata ormonale, perché in realtà sto bene… troppo bene).
Avevo iniziato dall’ultima pagina, un inizio un po’ strano se vogliamo, e da lì ho proseguito riempiendo fogli su fogli perché il mio foglio non lo volevo vedere bianco; perché non mi andava giù il fatto che qualcuno avesse scritto la mia storia per me; perché volevo che su questo foglio ci fossi sempre e solo IO e non altro… e mi accorgo che stavolta è un po’ come un tempo, quando andavo a ruota libera, senza avere un progetto preciso di scrittura.
Sento che mi mancano ancora un po’ le parole, ma comincio a “fluidificare” e chissà, magari blaterando blaterando qualcosa riuscirò a tirar fuori.
Oggi…
... oggi mi sono “svegliata”.
Si, ogni tanto mi accade… risvegliata… risorta… uscita da un letargo?
È come essere uscita dal “castello”. Da un castello buio e freddo. Dalla torre del castello.
Sì, un po’ è così. Ho parlato un po’, (parlare e confrontarsi con un’amica serve sempre, soprattutto quando ci si conosce e ci si vuol bene), ho riflettuto (poco forse – o sufficientemente… ma credo non sia mai abbastanza), e mi sono resa conto che sono stata troppo tempo chiusa (o rinchiusa) in me stessa, nella mia corazza dura e ruvida. Mi sono barricata per troppo tempo dietro di essa cercando di “proteggere” ogni sfera della mia anima, ogni settore emotivo, ogni piccolo angolo di cuore che sentivo vulnerabile più del normale.
Ho voluto occuparmi di loro (cuore ed anima) personalmente concentrandomi forse TROPPO su di essi fino a "storpiare" il mio volermi occupare di loro
Vagando in una foresta di pensieri inquieti (frase non mia, l’ho rubata non so più dove, mi ha colpita e l’ho rubata… perché… rende), dicevo… vagando per lungo tempo in una foresta di pensieri inquieti, fino a poco tempo fa, ho rifiutato ed allontanato persone che forse mi vogliono bene, che forse me ne vogliono ancora… ho rifiutato ed allontanato possibilità di confronti; poi li ho cercati, però, ed è forse proprio grazie a quei confronti-scontri che pian piano ho aperto la porta del castello, ho tirato giù il ponte levatoio ed ho fatto un giretto fuori per vedere cosa mi offriva quel parco immenso nel quale era immerso il palazzo. Certo … i coccodrilli sono sempre lì, nel fossato… non si sa mai!!! Ma io intanto giro per i “giardini reali”, incontro e conosco e riconosco la primavera, annuso gli odori dell’erba appena tagliata e che tra poco crescerà di nuovo.
È la natura… che va avanti, che cresce creando meravigliose e nuove forme di vita… e perché mai io dovrei non parteciparvi? Sto aprendo anche le finestre del castello perché voglio che entri di nuovo la luce vera del sole e, quando sarà, anche la luce grigia dei temporali. Non mi fa più paura – adesso – un temporale…
Sarò anche un po’ malinconica, ma mi sento serena dentro e soprattutto sento che è ora di ascoltare nuovamente la voce del cuore… che dica quel che dica… va ascoltata comunque!

lunedì 27 aprile 2009

ASSAGGIARE la PRIMAVERA


Ho assaporato la primavera
Ne ho annusato l’odore
Ed ammirati i colori
Ho fatto cullare il mio sonno
Dalla magia di una notte stellata
Confondendomi al risveglio
Per un’alba incantata…

lunedì 20 aprile 2009

TUTTO d'UN FIATO

Mi lascio accarezzare dal tuo sguardo morbido
e in quello sguardo ritrovo la tenerezza di un tempo ormai remoto.
Senza esitazione mi lascio andare
perdendomi nell’azzurro sconfinato del mare…

Ci sono due ragazzi, timidi ed agitati
e ci siamo noi, in egual misura emozionati,
la tenerezza lascia il passo alla passione
per poi rimpossessarsi della scena
e divampare
in una mescolanza di sensazioni
che sanno inebriarci l’anima.
Quell’essere bambini che forse non ci ha mai abbandonati
è sopravvissuto nell’anima di ognuno di noi.
Ci sono loro e ci siamo anche noi, oggi.
Son tornati, noi li abbiamo chiamati
quei due ragazzini impacciati ed emozionati
si son riconosciuti pur essendo estranei.
Si sono cercati,
rincorsi,
trovati,
piaciuti,
annusati,
ritrovati…
Il tempo trascorso li ha forgiati diversamente
…forse…
O semplicemente li ha completati
per ritrovarsi oggi a donarsi reciprocamente
i frutti delle rispettive esperienze.

Siamo qui.
ll tuo sguardo morbido mi accarezza
e senza esitazione mi lascio andare nell’azzurro limpido del tuo mare

mercoledì 15 aprile 2009

tratto da MALAMORE...


“Tutti pensavano che mi sarei uccisa dopo il suo abbandono. Anche Picasso se lo aspettava. Il motivo principale per non farlo fu privarlo della soddisfazione.”


La casa è buia, le persiane sono chiuse. Fredda, i pochi mobili sono addossati alle pareti come se ci fosse stata una festa da ballo, lì, secoli fa. Alle pareti solo ritratti di lei. Che piange, che verde ha la pelle, che guarda con occhi accecati da spilli, che ha mani lunghe di uccello e artigli scarlatti. Che sta composta con le mani sul grembo, incrociate, della testa manca una parte come se un chirurgo l’avesse asportata, disturbava, era piena di buio e di dolore, mezza testa di meno e labbra tese, lo sguardo diritto e preciso che non sorride mai. Il chirurgo – Lui. …

… … “ho migliaia di ritratti. Me ne ha fatti migliaia… non era me che disegnava… … vedeva qualcosa oltre me, qualcosa di sé. Ho migliaia di ritratti fatti da lui. Nessuno è Dora Maar. Sono tutti Picasso.”






domenica 12 aprile 2009

PASQUA

dovrebbe essere il momento degli auguri...

purtroppo i gravi fatti accaduti in abruzzo mi lasciano un peso sul cuore.
E' per questo che intendo esprimere con ancora maggiore forza di quanto non abbia fatto prima la mia più profonda solidarietà per le vittime del sisma

un pensiero va anche a tutti coloro (lavoratori, volontari e forze dell'ordine) che hanno lavorato e stanno lavorando nelle zone colpite.

Vorrei che davvero, da qui iniziasse la vera RESURREZIONE ... .... per chi ha perso tutto e deve ricomiciare da tutto da capo

A tutti noi auguro che l'amore che portiamo dentro si rafforzi ogni giorno di più perchè sono sempre più convinta che è l'unico bene che nulla può toglierci.



Per aiuti alle zone colpite dal terrmoto contattare la protezione civile della propria città.

lunedì 6 aprile 2009

PAURA e SOLIDARIETA'

Basta poco, un attimo, qualche manciata di secondi e tutto crolla. I tuoi progetti, le aspettative, i dubbi e le paure, i rancori e quella piccola felicità che ti ha accompagnato prima di addormentarti. Basta poco, un paio di battiti di ciglia e poi ti rendi conto che siamo davvero piccolissimi di fronte all’immensa forza della natura. Il nostro volere, il nostro sapere, la scienza e la ragione a nulla servono davanti a simili tragedie. Quando la natura decide di ribellarsi non la si può controllare. Non la si può contrastare. Non ci si può fare niente.

L’ho sentito stanotte, era proprio il "terremoto" - da qui, da Roma, a non so esattamente quanti km di distanza da l’Aquila, senza sapere che fosse l’Aquila, senza riuscire a muovere un dito da dentro il letto – nel cuore della notte – ho atteso immobile e in silenzio che passasse. Ho pensato “questa è forte”, e la mente è tornata a quasi 30 anni fa, al terremoto dell’Irpinia: lo sentii forte così, ero sempre a letto, ero piccola, una ragazzina… ma lo ricordo… certe cose non si dimenticano, perché non sono usuali…
E mi domando quanto sgomento possano aver provato le vittime vere, com’è stato lassù, se qui è stato capace di spaventarci tutti quanti pur senza provocare danni.

Basta poco, davvero poco per renderci conto, tutti quanti, di quanto siamo fragili e indifesi ed allora, piuttosto che pensare a farci la guerra per mille pugni di barili di petrolio… forse è il caso di rivedere un po’ dove abitano certi valori e quanto valore ha la vita che con amore ci è stata donata… e che a volte con tanta furia ingiustificata ci viene tolta….

Il pensiero è vicino al cuore di chi stanotte affronterà la prima notte da “sfollato”, vorrei che sentissero il calore di chi da lontano vorrebbe fare molto per loro, che almeno il calore umano possa scaldare questa prima notte e le notti che verranno.
Poi, un gesto pratico per un aiuto più utile:


Chiunque voglia donare del cibo per le popolazioni colpite, può portare i generi di prima necessità presso il Banco Alimentare dell’Abruzzo, in via Celestino V: il Banco Alimentare, si sta già mobiitando ad inviare i prodotti alimentari nelle zone colpite dal terremoto e bisognose.

Chiunque fosse invece interessato a donare sangue, può farlo recandosi o presso il Centro Trasfusionale dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, via Fonte Romana n. 8 (ingresso pronto soccorso) oppure presso il centro raccolta sangue Avis Pescara, corso Vittorio Emanuele II n.10.

Per effettuare donazioni alla Croce Rossa Italiana si posso utilizzare i seguenti sistemi:

Conto Corrente Bancario
C/C BANCARIO n° 218020 presso: Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati
Tesoreria - Via San Nicola da Tolentino 67 – Roma
intestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 - 00187 Roma.
Coordinate bancarie (codice IBAN) relative sono:
IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020 Causale PRO TERREMOTO ABRUZZO -

Conto Corrente Postale n. 300004
intestato a: “Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 - 00187 Roma
c/c postale n° 300004
Codice IBAN: IT24 - X076 0103 2000 0000 0300 004
Causale: Causale PRO TERREMOTO ABRUZZO -

Donazioni on line:
È anche possibile effettuare dei versamenti online attraverso il sito web della CRI al seguente collegamento:
http://www.cri.it/donazioni.html





lunedì 30 marzo 2009

VIVERTI per VIVERMI


Mi piace viverti così, pienamente.
Mi piace occuparmi di te, ininterrottamente.
Sono felice, quando la sera ti vedo splendere completamente.
Adoro annusare il tuo odore dopo una giornata come questa.
Mi piace viverti così e non ci posso fare niente.
Mi rappresenti, dicono.
Sei l’esternazione di quello che sono io dentro.
E così capisco che occuparmi di te
significa prendermi cura anche di me stessa…

Eppure stasera non mi sento per niente splendente
come tu mi raffiguri.
Tu meravigliosamente luminosa e colorata e profumata
io stupidamente nervosa ed angosciata e trascurata.
Mi piaci davvero tanto, stasera
ma non mi piacciono i miei pensieri
che sebbene siano pensieri di gioia
vorrei che non esistessero affatto

Vorrei evitare di trovarmi di nuovo
a fare i conti di una contabilità errata…

giovedì 26 marzo 2009

POTREI

Potrei scrivere che è primavera e la natura meravigliosamente si risveglia donandoci attimi di infinita ilarità

Potrei dire che il vento che soffia stanotte è un fantasma che accompagna il ritmico battito del mio cuore che improvvisamente si guarda allo specchio alla ricerca delle sue perdute sembianze

Potrei raccontare di lunghe serate tristi accompagnate da un frastuono assordante nel mio martoriato orecchio fino ad udire il sordo grido di un’anima divenuta sterile

Potrei pensare che il tempo passa e guarisce tutte le ferite, tutte, anche quelle fisiche

Ma che parlo a fare se poi ad ascoltarmi non ci sei tu?


sabato 21 marzo 2009

VIETATO FUMARE è PRIMAVERA

Mentre tornavo in macchina, ieri pomeriggio, pensavo a varie cose e mi era venuta l’idea di scriverci un post… è che poi le idee, ultimamente, mi sfuggono! Mentalmente avevo scritto tutto, ma ora, d’avanti a questa tastiera, è come se non sapessi più cosa dire.
Ero di ritorno dal medico, uno specialista, perché dopo più di una settimana di mal d’orecchie mi ero preoccupata del fatto che non passasse. Risultato: tanti bla bla bla, prescrizioni (rassicurazioni, soprattutto) ed una prescrizione particolare. Mi ha detto, testuale “sarebbe meglio se per due o tre giorni evitasse di fumare, altrimenti…”
Ho alzato le spalle e sono uscita dallo studio. Vabbè, tutti i medici lo dicono ai fumatori…
Però, guidando, nel tragitto fino a casa c’ho pensato su. Del resto, non è una cattiva idea smettere di fumare; perché se devo privarmi della mia adorata ed odiata nicotina per tre giorni va a finire che ne approfitto per liberarmene definitivamente.
Ed ho pensato a tutto quello cui andrò incontro, perché lo so cosa significa, perché tanti anni fa avevo smesso con molto sacrificio e mi dicevo sempre che MAI avrei ricominciato per non patire di nuovo la stessa tortura… ed ho maledetto il giorno in cui ho ricominciato.
Fu così, per caso, a Barcellona… costavano poco, molto meno che in Italia ed io mi ero già di nuovo riavvicinata a qualche paglia fumata sporadicamente in compagnia dei miei amici. Era a Barcellona, il 19 maggio di due anni fa… come potrei dimenticarmene?!?!? Periodo del cacchio, quello. Giorni di merda pura, quelli… il viaggio pure, alla fine, più che una distrazione si è rivelato una distruzione, ma forse ero io che non stavo bene… anzi ero io che non stavo bene.
Vabbè, Barcellona a parte (e tutto quel che ne scaturisce nell’archivio dei ricordi) ricordo bene, anzi so bene che in quel periodo ero proprio fuori di me e dalla grazia di Dio.
Vabbè… Barcellona e grazie a parte, non fumo da quasi 24 ore. Lo so che non è ancora un risultato degno di rilievo, ma vorrei impegnarmi. Mi sento pronta a farlo. Soprattutto perché oggi so che non sono dipendente da nulla, che non devo esserlo. Dipendere da cosa e perché? Non sostituirò la mia tanto amata/odiata nicotina con caramelle, cioccolata e cibi gustosi. Creerei un altro tipo di dipendenza e questo non va bene. Dovrò avere la ferma forza di volontà di non dovermi attaccare a nulla di esterno che possa farmi stare bene. La forza la troverò dentro di me, sia per superare la voglia di fumare e sia per “coccolarmi” nei momenti di maggior tensione.





Come oggi, per esempio, che è primavera (almeno sul calendario) e sebbene fuori ci sia un gran vento che ha abbassato un pochino la temperatura, il sole è bello e rassicurante. Ed è proprio in giornate così che mi piace “guardare fuori”, che mi sento più predisposta verso l’esterno. Farei una passeggiata in un parco… chissà… magari domani… e ne approfitterò del fatto di trovarmi immersa nel verde per riossigenare i polmoni… quale altra migliore carezza sul cuore potrei desiderare?
Quest’anno non mi sono accorta di nulla. Dei fiori di pesco, delle margherite sui prati, nulla.
Il buio più completo, tanto sono stata presa dal corri-corri di febbraio. Ma sento cinguettare gli uccellini fuori dalla finestra, che musica ragazzi! Sarà.. ma a me piace troppo il cinguettio degli uccelli, anche la mattina presto quando mi svegliano e, diciamolo, un po’ rompono, però non riesco ad esserne mai completamente infastidita…

BUONA PRIMAVERA A TUTTI e...
ed anche a me e ai miei nuovi buoi propositi :))

martedì 17 marzo 2009

SORRIDI ANCHE SE...


Sorridiamo gente! Ridiamo di gusto! Riscopriamo il sapore del buonumore!
Lo dico io che sono una brontolona, musona, (e mogia mogia come in questi giorni), ma mi rendo conto che quando sono di buon umore tutto, intorno a me, assume un aspetto più gradevole.
In fondo credo sia giusto sorridere alla vita. A lei che tutte le mattine ci viene incontro propositiva e spesso noi neanche la guardiamo in faccia, a volte talmente presi dai propri pensieri cupi. Ed allora lei gira i tacchi e va a sorridere a qualcun altro che saprà meglio apprezzarla.
Davvero, il segreto sta tutto qui: bisogna saper guardare il mondo con un paio di occhiali luminosi e non con il solito occhialone nero.
Ridere di gusto fa bene.
Alle donne consiglio vivamente di sorridere perché sorridendo si mettono in moto numerosissimi muscoli del viso… direi una buona ginnastica per mantenere la pelle giovane ed elastica… no?
Agli uomini consiglierei di farsi una buona e sana risata quando le proprie compagne diventano buffe e a volte ridicole nei loro mensili ed isterici appuntamenti con gli ormoni, invece di adirarsi ed allontanarsi da loro fino a non sopportarle più.
Al mondo tutto consiglierei seriamente di ridere perché il riso fa buon sangue!
L’ho provato sulla mia pelle. Tutte le volte che ero più serena e mi sentivo felice il mio sorriso era davvero luminoso e chi mi stava intorno se ne accorgeva. Di conseguenza i rapporti con il mondo intero diventavano ottimi.
Bisogna sorridere, sempre. E con questo non voglio dire che ci dobbiamo trasformare in giullari di corte, questo no, intendo solo dire che essere allegri, avere un’indole positiva, ottimista, ci consente di avere una visione completamente differente della vita.
La risata è contagiosa e rende meno pesante qualsiasi situazione. Una battuta spiritosa, tra colleghi, trasforma la routine lavorativa portando via la pesantezza delle pratiche trattate; sorridere a volte sulle proprie sventure aiuta a sdrammatizzare e ad affrontarle con maggior senso pratico.
L’autoironia è importante, essere in grado di saper sorridere anche dei propri difetti, accettando i propri limiti, aiuta a far si che tali difetti non diventino dei complessi.
Avere un sorriso da offrire al prossimo è un atto di generosità anche verso se stessi. Perché, così facendo, riceveremo in cambio un altro sorriso, tutto a vantaggio del buonumore, e poi… che grande carezza per l’anima!
Quando siamo tristi e depressi sembra che il mondo ci crolli sotto i piedi, tutto improvvisamente va a rotoli, compresa la nostra salute; si, perché il sistema immunitario si deprime anche lui, indebolendosi, le difese calano e noi ci ammaliamo.
L’allegria ci evita tutti questi problemi, o quanto meno li allevia. Il proverbio dice “gente allegra i cile l’aiuta” e credo che sia proprio vero!
È ovvio che non si può rispondere ridendo ad una disgrazia: non verrebbe naturale farlo neanche ad un pazzo, ma saper affrontare con lucidità un evento negativo, evitando di incupirsi e di sprofondare nel buio del pessimismo, sarà sicuramente meglio che lasciarsi andare al dolore e non cercare di reagire. Con la luce dell’ottimismo si può vedere la vita da un’altra angolazione, da altri punti di vista. E l’ottimismo credo proprio che nasca dall’anima di persone capaci di sorridere e di guardare la realtà per come è e di accettarla per come è.
Quindi direi che è davvero importante sorridere anche quando la VITA E’ AMARA CON TE!


venerdì 13 marzo 2009

POESIA


La notte è silenziosa
e nel suo silenzio
si nascondono
i sogni.

(K. Gibran)


mercoledì 11 marzo 2009

mercoledì 4 marzo 2009

CAOS CALMO



La sorpresa di riscoprire il gusto di vecchi sapori.
Ritrovare quel senso di libertà che solo il vento veloce sul viso può darti.
La gioia di aprire un vecchio cassetto e trovarci tracce di una passata memoria.
Spaccarsi di fatica e sudore per sentirsi subito meglio fisicamente.
Ritornare in vecchi e cari luoghi ed accorgersi che niente è cambiato, sia fuori che dentro di te.

È un periodo strano, questo. Intenso, forse. Pieno di cose da fare (e da non fare), pieno di pensieri nuovi (e di non pensare), denso di eccitanti emozioni (e calma tranquillità)… un caos calmo
L’acquisto dello scooter è senz’altro l’evento che mi ha donato più adrenalina di tutti. Finalmente di nuovo su due ruote – velocemente - spostamenti lampo e non più stress da automobile che solo a pensarci mi torna l’agitazione. Mi sento libera e ragazzina, canto a squarciagola sotto il casco e non sento più freddo, nonostante tutto.
Mi sento nuovamente libera.
Ho 20 anni.
Sono una ventenne con il cuore da ventenne, nel corpo di una quarantenne, col cervello di una quarantunenne che a il 20 anni in ognuno degli emisferi del cervello… un caos calmo
Sarà per questo che mi è capitato tra le mani il diario di quando ero ragazzina. L’ho letto tutto, da quando avevo 11 anni fino a… non so, forse fino a 16 o 17 anni.
Sono stata travolta da un turbinio di tenere emozioni. Sì, mi ha fatto tenerezza quella ragazzina che scriveva già da allora.
Senza malinconia, senza rammarico per il tempo che è passato velocemente, lasciandomi invecchiare e maturare, ma con la tranquillità che si dedica alla lettura di un racconto. Quante cose che avevo dimenticato! Particolari, lettere di amiche del cuore, disegnini e dediche… uno spasso!
Ed ancora un week end di “stacco” dal tran tran quotidiano con le mie amichette di sempre.
A Londra. Già, proprio lì. Avevo sempre detto che sarei voluta tornarci, ma con lo spirito giusto per non perdere e sciupare il ricordo che quella fantastica città aveva lasciato dentro di me. Ed ho sempre avuto il timore che una volta tornata non sarebbe stata più la stessa cosa, sempre per il solito discorso che tutto cambia. Ebbene: lo spirito è rimasto intatto, la città anche, io non ne parliamo.
Saranno passati un paio di decenni e forse non è vero che tutto cambia… o forse è solo un cerchio che si completa in questo periodo di calma turbolenta.
Tre giorni intensi di camminate, visite e shopping (inevitabile, direi) e soprattutto tre giorni di noi tre insieme…
Una macedonia di “ritorni” nei miei pensieri, ma nel contempo anche di non ritorni e piacevoli novità.
E poi ho riscoperto quanto fa bene sudare, saltare, fare esercizio fisico fino a sentire i muscoli bruciare. Questo lo sapevo già, ma la pigrizia aveva preso il sopravvento lasciando il posto a fantomatici (ma anche reali) alibi che prendevano il posto della mia presenza in palestra.

È un periodo stranamente calmo e caotico. Nessun pensiero da quando ho deciso di smettere di chiedermi sempre perché e percome; le spiegazioni arrivano sempre da sole, basta sapersene accorgere. Inutile starci a pensare troppo su. Arrivano e basta. Come illuminazioni.
E così ho capito che non serve partire, andare lontano per fuggire da una realtà che non vogliamo. Perché quella realtà resta dove l’abbiamo lasciata e ci aspetta al nostro ritorno.
Fuggire, andare lontano per un po’ deve servire a staccare la spina, per tornare – poi – a quella realtà da affrontare con il sorriso pensando al ricordo di momenti gioiosi che resteranno nel cuore.
Questo serve. Nessun altra illusione.

È un periodo di mille rivoluzioni intorno a me, ma provo una strana calma…
… un caos calmo …