domenica 18 ottobre 2009

DI COLPO




... di colpo un brivido e subito aprì gli occhi nel buio della notte.
Tirò un po' più su le coperte, fin sotto il naso e si raggomitolò accanto a quella sensazione che l'aveva svegliata.
Si era addormentata da poco cullata dal dolce pensiero di mille carezze e baci sussurrati a fior di pelle e di odori annusati a pieni nasi e che saturavano l'atmosfera...
Si era addormentata ricordando ogni singola parola, ogni gesto, ogni immenso eppure troppo breve attimo di quella giornata...
Si era addormentata involontariamente in compagnia di un pensiero che involontariamente ancora voleva rimanere in lei e con lei ... per tutta la durata della notte ...

giovedì 1 ottobre 2009

SERENO RELAX


Scrivo seduta su una panca d’avanti ad un tavolo di legno.
Sotto i piedi il prato.



In lontananza, ma neanche tanto, cantano i grilli e un po’ più lontano, ma sembra che sia qui accanto a me, dal paese, si sente suonare la banda con l’orchestra che canta. Mai come quest’anno il mio cuore è pieno di… qualcosa che non so esprimere. Queste voci che cantano mi ricordano le mie estati da bambina, al paese. Tutti i sabati e le domeniche si ballava, al borgo. Suonava la banda, cantavano le canzoni di Raoul Casadei, ed io, piccolina, ballavo con i miei cuginetti e poi arrivava zio Peppe e mi faceva fare un giretto con lui. Papà… chissà perché non ho mai ballato con papà mio. Lui che era un ballerino… forse perché non ballava già più… che non poteva… non me lo ricordo più. Stasera ricordi nostalgici, ma con un retrogusto di gioia. Gioia per averli vissuti e mentre scrivo e penso questo, l’orchestra in paese canta “mamma maria” dei ricchi e poveri. In fondo si è sempre detto che sono le piccole cose, quelle semplici, che regalano gioie maggiori. O no? Sono in Umbria anche ora, in questo preciso momento. Nella “mia” Umbria, dove quasi tutte le estati vengo a rilassarmi, insieme a mia madre. Una settimana “spaparacchiate” senza aver fretta di far nulla se non solo quello che ci va di fare. A me serve dopo un anno di lavoro. Staccare la spina e rigenerarmi un po’ (quest’anno più che mai). A lei fa bene respirare un po’ di “aria buona” e fuggire via al riparo dalla calura della città.

L’orchestra continua a suonare e cantare e ripenso a quel bel campo di girasole che si incontra arrivando qui. E penso che la connessione internet è debole, ma non mi interessa perché quello che mi serve ora è solo avere un foglio bianco di word per riprendere a scrivere un po’, ora che ho tempo e mente liberi.

Sabato, 1 agosto 2009