giovedì 7 settembre 2017

Da MASSIMO GRAMELLINI... Riflessioni

Da sempre gli uomini si chiedono se esiste una vita dopo la morte, ma forse la domanda che dovrebbero farsi è se esiste una vita prima della morte.
Quella che viviamo è una vita o un sonno senza sogni?
Spiritualità significa risveglio. Consapevolezza di sé, del proprio talento, della propria missione nel mondo.
Ma quanti hanno davvero voglia di svegliarsi?
Molti preferiscono stordirsi con emozioni violente e sostanze chimiche.
La maggioranza si accontenta di distrarsi: calcio, tv, centri commerciali, un’intera industria dello svago è stata costruita per consentirci di pensare ad altro, cioè a tutto tranne che al fatto che stiamo dormendo.
Qualcuno, quando proprio non ce la fa più, va dallo psicologo.
Ma solo per avere un po’ di sollievo, non per curarsi sul serio.
Semmai vorrebbe che fossero gli altri a prendersi cura di lui.
Però neanche il più grande psicologo del mondo può svegliare la Bella Addormentata.
Soltanto il bacio del Principe Azzurro che si trova dentro di noi.
Ma se dipende da noi, perché non ci svegliamo?
Il risveglio incute paura. Non dell’ignoto che troveremo, ma del noto che avremo perduto.
E’ sempre la paura di perdere qualcosa, fossero anche le sbarre della propria prigione, a tenere in gabbia l’essere umano.
La paura, non l’odio, è il contrario dell’amore.
Infatti è impossibile amare quando si ha paura.
Esistono due sistemi per svegliarsi.
Il più comune è il dolore.
Quando la sofferenza ti arriva addosso, o ti annichilisce o ti sveglia.
Muori dentro per rinascere fuori.
Eppure ci si può svegliare anche in modo meno violento: attraverso l’ascolto di sé e degli altri.
Se il cuore fosse un organo esterno, non sarebbe bocca, ma orecchio. Ascoltare, sentire.
Separare l’Io eterno (che non significa infinito, ma fuori dal tempo) dal Me transitorio, dalle sue emozioni e dai suoi desideri ingannevoli, è la condizione per essere realmente vivi.
Per non rischiare di dimenticarmelo, metterò in valigia il manualetto di padre Anthony De Mello «Messaggio per un’aquila che si crede un pollo», dove ho ritrovato gran parte delle cose dette fin qui. Nel Mondo che Inizia non so se riuscirò a diventare aquila, ma vorrei smetterla una buona volta di passare per pollo.

MASSIMO GRAMELLINI

1 commento:

  1. bel pezzo, mi piace molto questa riflessione che hai riportato, della quale condivido praticamente ogni parola.

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