martedì 28 luglio 2009

QUANDO L'AMORE PARLA DA SE'

...A quel punto sentii la sua bocca sulla mia e mi arresi.
E non perché fosse mille volte più forte di me.
La mia volontà si sbriciolò nell’istante preciso del contatto.
Il bacio non fu affatto prudente come quelli che ricordavo, ma andava benissimo così.
Se proprio dovevo perdere un altro brandello di me stessa, meglio esagerare.
Perciò restituii il bacio, mentre il cuore scandiva un ritmo spezzato e disordinato, il respiro si trasformava in affanno e le dita cercavano ingorde il suo viso.
Sentivo il suo corpo marmoreo aderire al mio ed ero felice che non mi avesse ascoltata: non c’era dolore al mondo per cui valesse la pena di rinunciare a quell’istante.
Le nostre mani riprendevano confidenza con il viso dell’altro e, nei brevi istanti in cui le labbra si separavano, lui sussurrava il mio nome…


tratto dal romanzo "new moon" di S.Meyer

martedì 14 luglio 2009

UNA SPERANZA



Quando riaprì gli occhi provò una strana sensazione, una sorta di stordimento. Era l’ora di alzarsi e prepararsi per un nuovo giorno, una nuova settimana lavorativa. Era lunedì. Aveva trascorso un week end bellissimo in compagnia del suo ragazzo. Aveva anche riposato a sufficienza e quindi si domandava il perché di quel senso di spossatezza che provava. “Strano” pensò tra sé “mi sono svegliata prima del trillo della sveglia, forse è ancora troppo presto per alzarsi” e quella sensazione di “torpore” diventava sempre più forte fin quando non si rese conto che si trattava di un vero e proprio dolore. Le faceva male una gamba, molto male ed anche la schiena, sentiva duro il materasso… Non c’era luce ed un odore acre che non riusciva a definire le pungeva le narici. Provò a rannicchiare le gambe e si rese conto che non riusciva a muoversi; tra le dita delle mani avvertiva una sensazione di polvere… non riusciva a capire… ma si rese conto di non essere nel suo letto…
Provò ancora una volta a muoversi ed un calcinaccio venne giù, facendo un rumore che la spaventò e poi tutto le fu chiaro: da quanto tempo era lì? Cosa era successo esattamente?
"È crollata! La mia casa è crollata, quanto ho sopra di me? Cosa c’è, dove sono, chi c’è la fuori?". L’ultimo ricordo che aveva fu quello di una scossa, più forte di quelle che c’erano già da mesi, ma solo un tremolio, un tremolio e niente più… non ricordava altro.
Sentiva freddo ed aveva bisogno del bagno… la paura diventava, ogni secondo che passava, sempre più forte. Doveva uscire di lì, ma non riusciva a muoversi. Allora iniziò ad urlare. Più forte che poteva… sentiva la polvere scenderle giù nella gola e temeva che quell’odore misto di cemento e gas e chissà cos’altro potesse asfissiarla… ma urlava lo stesso, più forte che poteva. “Chissà… magari fuori c’è qualcuno che può sentirmi…” e con le mani, solo con le mani tentò di aprirsi un piccolo varco…
Passarono le ore, il dolore alla gamba le toglieva il fiato; sicuramente c’era una frattura. Poco male, sì, poco male, era già una benedizione il fatto che fosse ancora viva.
Un piccolo raggio di luce riuscì a penetrare attraverso le macerie, i calcinacci e tutto quello che le era caduto addosso: era il segno che forse non sarebbe stato così difficile uscire fuori da lì. Ora le faceva male anche la gola a causa degli urli che continuava a lanciare nella speranza che qualcuno la sentisse…
Un piccolo raggio di luce divenne sempre meno piccolo e sempre più luminoso.
Poi – improvvisamente – di nuovo il buio ed il silenzio… … … … … … …
Quando aprì gli occhi provò una strana sensazione: era il primo raggio di sole che la svegliava nella nuova casa. Ce ne sarebbero stati ancora molti altri.
Tutto era passato e si era concluso al meglio, ma la paura, il terrore e l’incubo tornavano a trovarla, puntualmente, ancora ogni notte facendole rivivere, sempre, quella terribile esperienza.

venerdì 10 luglio 2009

esattamente 42 anni fa a quest'ora...

minuto più minuto meno... la mia mamma dava alla luce la qui sottoscritta "canchera" che del cancro c'ha tutto, ma proprio tutto... questa vignetta è perfetta, davvero...


pubblico questo pensiero, che trovo molto bello e che mi è stato donato in occasione di questo mio 42^... vorrei regalarlo a tutti coloro cui voglio bene, a chi mi segue qui sul blog da parecchio tempo ormai, ai miei amici di sempre, a quelli conosciuti ieri, a chi sia è allontantato e a chi si riavvicina piano piano e a chi inaspettatamente riesce sempre a stupirmi con semplici manifestazioni d'affetto

"Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.

Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non
solo per te stesso,ma anche per donarlo agli altri.

Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.

Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull'orologio.

Ti auguro tempo per toccare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.

Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.

Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno , ogni tua ora come un dono.

Ti auguro tempo anche per perdonare.

Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita".

BUON COMPLEANNO


Grazie di cuore, Nella :)

domenica 5 luglio 2009

SEMPLICEMENTE


Il bagliore azzurro del mattino mi sveglia
Filtra attraverso le tende mescolandosi al tuo sguardo
Insieme, timidamente, posano una tenera carezza sul mio viso
Sul cuscino, accanto a me, il mio fiore preferito