Vede dottore, alla fine mi sono resa conto che non è cambiato niente e nonostante questi mesi di terapia sono rimasta ferma allo stesso punto di due mesi fa ed anche di più. Abbiamo parlato, discusso, mi ha spiegato il perché ed il percome; credevo di aver capito, di aver assimilato quei concetti, ma non è stato così, non ho assimilato nulla. Capito si, ma assimilato proprio no. Perché quando il cuore si innamora non c’è niente che lo regga.
Cosa mi dice dottore? Non è il cuore? E cos’è allora? … la mente. La mente?
D’accordo mi sdraio e ricomincio a raccontarle tutto da capo.
L’ho conosciuto, l’ho incontrato, l’ho baciato, abbiam fatto l’amore e me ne sono innamorata. Tra l’incontro il bacio l’amore ovviamente ci stanno tante chiacchierate, risate e coccole, insomma tutto qule che serve per conoscersi un po’. Direi un perfetto amore di ragazzo. Solo che poi mi ha detto che era impegnato. Me lo ha detto quando ormai io mi ero innamorata di lui. Mi ha “cucinata” a puntino prima di servirmi questa bella novità sul suo piatto d’argento. E qui, dottore, la mia Prima “Stazione” come in una Via Crucis… la prima stazione. Mi ha detto di avere una compagna… ed io ci son passata sopra.
Dottore, ho pensato “vabbè” dice che sta bene con me, magari poi la lascia. E così ho iniziato il cammino della Via Crucis fino alla Seconda Stazione; ovviamente, dottore, tra una chiacchiera, mille coccole e tanto amore.
Seconda stazione: mi sposo.
Doccia fredda. Dottore, mi si è gelato il sangue. Ho sentito freddo all’improvviso e per un attimo non ho capito niente. Ho pensato di aver sentito male. Anche perché in cuor mio pensavo che avrebbe fatto il contrario di quello che è un matrimonio, ma evidentemente mi ero sbagliata.
Si, lo so che avrei dovuto fermarmi allora. La Croce cominciava ad essere già troppo pensante, ma lei mi conosce, oramai, mi cura da molto tempo e sa quanto io sia testarda e quanto mi incaponisco sulle cose. Ebbene il cammino tra la seconda e la terza stazione è stato lungo e faticoso.
Il mio bel futuro “jack mi sposo ma non è nulla si serio” continuava, giorno dopo giorno, a dichiararmi il suo infinito amore e a confidarmi il dubbio e poi la certezza di non voler assolutamente compiere quel passo che aveva programmato già da anni. Ora non voleva più, amava me e non voleva più la sua futura sposa “Rosina io son poverina” e così, fidandomi e credendo in un amore che solo io avevo nella testa, sono andata avanti. (Grazie dottore, si questo l’ho capito, le sedute donano qualche frutto a volta). La terza stazione è arrivata. Il giorno delle sue nozze.
Ecco dottore, vorrei che mi aiutasse a capire come si fa ad amare una donna e sposarne un’altra.
A breve è arrivata la Quarta Stazione: la partenza per la Luna di Miele. Dottore, le assicuro che il dolore che ho provato è stato maggiore di quello avuto il giorno delle nozze. Pensare a loro nel Paradiso Terrestre, al loro amore che si nutriva di tutto quanto di romantico e delicato possa esserci durante una Luna di Miele. Un amore in rinascita, ecco cosa immaginavo io da qui, mentre camminavo lentamente e a fatica verso un’altra Stazione della mia Via Crucis. Ho trascorso giorni in uno stato d’animo tra il sospeso nel vuoto e l’ebetimento più completo. Poi, come a voler alleviare fardello della croce che portavo sulle spalle è arrivata una sua telefonata e tanti messaggi.
Dottore, questa è stata la Quinta Stazione, secondo me. Capire (o credere) che stesse pensando a me in un momento che avrebbe dovuto essere solo suo e della donna che aveva scelto; ed invece scriveva a me le solite parole d’amore. È stata dura resistere e rendersi conto che nonostante le belle parole che diceva a me comunque non era con me.
Abbiam fatto una seduta proprio relativa a questo argomento, dottore, lo ricordo bene. È stato lì che mi ha aiutato a capire che le parole non servono a niente. Si dottore, lo so che con i fatti mi ha dimostrato il contrario di quanto mi dichiarava a parole. Dottore, ma perché lo ha fatto?
Comunque il mio cammino ha proseguito fino a quando è tornato da quel “benedetto” viaggio e la mia schiena non ha ceduto sotto il peso della Croce. Mi son dovuta fermare di nuovo.
La Sesta Stazione: è tornato a casa ma non mi chiama. Non mi ha chiamata. Non mi ha cercata.
Dottore, come mai non l’ha fatto pur amandomi in quel modo che diceva?
Una sosta lunga questa mia, a pensare ed immaginare gli “sposini” al rientro a casa, le valigie da disfare, le lavatrici da caricare, la spesa per iniziare quel cammino insieme. Una lunga sosta nella mia Sesta Stazione. Poi finalmente son ripartita: mi ha chiamata, è venuto da me e lo sa dottore? Mi ha confidato ancora una volta il suo amore. Come dice dottore, mi ha fatto comodo crederci? …si, penso sia come dice lei, anche se non capisco quanto possa farmi comodo pensare che ama me e constatare che ha ormai una moglie a casa. Stare con lui, vederlo, guardarlo negli occhi è stato per me il più grande sollievo in tutti quei giorni di buio che avevo vissuto. E lo leggevo nei suoi occhi che mi amava. Certo, senza offesa per lei, dottore, ma gli uomini sono davvero dei grandi farabutti!
Dottore, la Settima Stazione è stata un fulmine a ciel sereno: sa cosa è accaduto? Mi ha detto di aver parlato con la moglie, dice che le ha detto che non l’ama più, che forse ha commesso un errore… ma non credo che le abbia detto che non ha più desiderio di stare con lei. A me, nel frattempo ha detto che mi ama sempre di più e che sta lavorando per liberarsi e poter vivere liberamente questa storia con me che ormai è diventata la cosa più importante.
Credevo che la mia Via Crucis fosse finita li e mi son detta “beh, la metà di quella reale, sette stazioni per poi arrivare al Paradiso”… dottore, mi ero illusa.
Son due mesi che va avanti la storia e di tappe ne ho aggiunte, altro che! Solo che mi son stancata di contarle. Ogni scusa è stata buona per dirmi “adesso non posso c’è lei che piange” – oppure “ora no perché lei sta male” ed ancora “ma come faccio, le devo comunque rendere conto di quello che faccio”, e poi “cambierà ma adesso non sono in grado di mollare tutto, ho bisogno di tempo”.
Dottore, giorni e notti a pensare al perché. Giorni e notti a giustificarlo, a cercare di comprenderlo per poi rendermi conto che si tratta solo di pretesti.
Come dice dottore? Sto elaborando da sola? Questo mi fa piacere, ma come le dicevo all’inizio: ho capito ma non metabolizzato e credo ci sia una sostanziale differenza…
Ho capito che adduce a mille scuse per far passare il tempo, per rimandare decisioni che sicuramente saranno importanti per lui e per le persone che ruotano intorno a lui. Dottore non ce la faccio più, vorrei chiederle di prescrivermi una pillola che mi faccia stare in uno stato di grazia fino a quando non si sarà calmato tutto nel mio cuore. Fino a quando non lo amerò più e così non starò più male per il male che mi faccio da sola.
Lo so dottore che non esiste alcun antidoto, ma che posso aiutarmi solo con la ragione e la forza di volontà.
Dottore, continua a dirmi che mi ama e che vuole che io diventi la sua compagna, anche adesso che è in vacanza con la sua “Rosina io son poverina” il mio “Jack mi sposo ma nulla di serio” mi continua a dichiarare il suo amore e a chiedermi di aspettarlo. Io non so cosa farò nel frattempo, questa chiacchierata con lei mi ha fatto bene oggi, ma non so cosa farò. Son certa che penserò a me stessa e che non spenderò più inutilmente il mio tempo a correre dietro false illusioni. Ho vissuto più volte questo senso di distacco da lui, come una vera separazione. A volte ho vissuto come dei veri tradimenti le sue attenzioni rivolte nella parte opposta alla mia (lo so che è un errore, dottore, lo so); giorni vissuti come appesa nel vuoto mentre il mondo viveva fuori e all’infuori di me. Sempre lo stesso dolore e la stessa sensazione di aver dato fiducia all’uomo sbagliato. Perché, forse, io sono sbagliata.
Son d’accordo con lei, dottore. È ora di pensare che sicuramente anche io merito qualcosa di vero che non siano i miseri ritagli di tempo di un uomo che mi vuole solo a metà. Buone vacanze, dottore. Ci rivedremo a settembre
Annagi (18/8/07)