L’idea di scrivere questo post l’ho avuta rileggendo un vecchio post.
Perché rileggo i miei vecchi post? Per curiosità, ovvero, spinta dalla curiosità di vedere cosa “gli altri” – nella ricerca su google - hanno visto del mio blog…
Vabbè…
Oggi è “morto”
l’unico rumore che riuscivo a tollerare in casa, di sera, nel silenzio del mio silenzio, quando mi veniva voglia di scrivere: l’orologio che avevo in cucina.
(parlo dell’orologio perché nel post di cui sopra si parlava di lui, e del resto ne ho parlato spesso del suo insidioso ticchettio).
Un colpo di corrente lo ha fatto volare da sopra il pensile della cucina dove lo avevo appoggiato, semplicemente appoggiato per non bucare la parete … …. … … ... ... ... della nuova casa.... ...
Ed ora che non “ticchetta” più mi rendo conto di quanto sia pesante il silenzio di chi vorrebbe scrivere, ma si sente solo.
Insomma, sono cambiate tante cose da quando ero una macina di tasti della tastiera.
E’ passato tanto tempo e a dirla tutta in questa nuova dimensione, tra questi quattro muri che ormai non sono più nuovi per me, ma in questo “nuovo silenzio” pieno di una solitudine ancora più pesante ho perso definitivamente l’ispirazione…
Mi sono sentita spesso come uno straccio strizzato fino al limite, anche nei momenti di maggiore gioia ed entusiasmo. Stritolata nella gioia e nel dolore. Inaridita… ecco… inaridita forse…
Questo cambiamento positivo ha portato con se un qualcosa di strano che non so come definire e spesso mi trovo a fare i conti con quel che ho lasciato e del quale, a volte, provo nostalgia.
La sera non ho più cercato la compagnia della luna eppure ho una grande terrazza…
L’odore dei gelsomini… quello spero di poterlo sentire ancora… stavolta dei MIEI gelsomini… chissà… magari a primavera tutto cambierà.
E così come tutto rinasce, timidamente - si spera - tornerà anche la mia tiepida penna a colorare esta hoja en blanco…