Quando riaprì gli occhi provò una strana sensazione, una sorta di stordimento. Era l’ora di alzarsi e prepararsi per un nuovo giorno, una nuova settimana lavorativa. Era lunedì. Aveva trascorso un week end bellissimo in compagnia del suo ragazzo. Aveva anche riposato a sufficienza e quindi si domandava il perché di quel senso di spossatezza che provava. “
Strano” pensò tra sé “
mi sono svegliata prima del trillo della sveglia, forse è ancora troppo presto per alzarsi” e quella sensazione di “torpore” diventava sempre più forte fin quando non si rese conto che si trattava di un vero e proprio dolore. Le faceva male una gamba, molto male ed anche la schiena, sentiva duro il materasso… Non c’era luce ed un odore acre che non riusciva a definire le pungeva le narici. Provò a rannicchiare le gambe e si rese conto che non riusciva a muoversi; tra le dita delle mani avvertiva una sensazione di polvere… non riusciva a capire… ma si rese conto di non essere nel suo letto…
Provò ancora una volta a muoversi ed un calcinaccio venne giù, facendo un rumore che la spaventò e poi tutto le fu chiaro: da quanto tempo era lì? Cosa era successo esattamente?
"È crollata! La mia casa è crollata, quanto ho sopra di me? Cosa c’è, dove sono, chi c’è la fuori?". L’ultimo ricordo che aveva fu quello di una scossa, più forte di quelle che c’erano già da mesi, ma solo un tremolio, un tremolio e niente più… non ricordava altro.
Sentiva freddo ed aveva bisogno del bagno… la paura diventava, ogni secondo che passava, sempre più forte. Doveva uscire di lì, ma non riusciva a muoversi. Allora iniziò ad urlare. Più forte che poteva… sentiva la polvere scenderle giù nella gola e temeva che quell’odore misto di cemento e gas e chissà cos’altro potesse asfissiarla… ma urlava lo stesso, più forte che poteva. “Chissà… magari fuori c’è qualcuno che può sentirmi…” e con le mani, solo con le mani tentò di aprirsi un piccolo varco…
Passarono le ore, il dolore alla gamba le toglieva il fiato; sicuramente c’era una frattura. Poco male, sì, poco male, era già una benedizione il fatto che fosse ancora viva.
Un piccolo raggio di luce riuscì a penetrare attraverso le macerie, i calcinacci e tutto quello che le era caduto addosso: era il segno che forse non sarebbe stato così difficile uscire fuori da lì. Ora le faceva male anche la gola a causa degli urli che continuava a lanciare nella speranza che qualcuno la sentisse…
Un piccolo raggio di luce divenne sempre meno piccolo e sempre più luminoso.
Poi – improvvisamente – di nuovo il buio ed il silenzio… … … … … … …
Quando aprì gli occhi provò una strana sensazione: era il primo raggio di sole che la svegliava nella nuova casa. Ce ne sarebbero stati ancora molti altri.
Tutto era passato e si era concluso al meglio, ma la paura, il terrore e l’incubo tornavano a trovarla, puntualmente, ancora ogni notte facendole rivivere, sempre, quella terribile esperienza.