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Stamattina mentre mi recavo in ufficio l’ho visto. L’ho vissuto. C’ero dentro. Anche io. In coda.
Sì, in coda. In coda a quest’anno che tra poche ore ci lascerà.
Mi sono sentita come se stessi cavalcando un’onda. O meglio ancora, aggrappata alla sua gobba stanca.
Aggrappata.
Mi spiace che se ne vada.
Mi è piaciuto questo 2010. Parlo, ovviamente da un punto di vista strettamente personale. Così vorrei non finisse. Almeno non ora, non prima di aver completato quello che insieme abbiamo progettato più o meno 360 gg fa e che non abbiamo fatto in tempo a portare a termine. Ma poi, guardandomi indietro, so e mi rendo conto che stavolta devo davvero essere grata per quello che ho ricevuto. Ed anche per quello che non è stato. O almeno, non come lo avevo desiderato….
Guidare, stamani, per quella strada grigia, era come essere sdraiata accanto a questo “vecchio stanco”. Freddo e grigio il clima, poche automobili, un silenzio quasi irreale, quasi a voler sottolineare un commiato sottinteso e l’ho sentito “mio”. E ci sono entrata dentro, l’ho respirato a pieni polmoni, mi ci sono sdraiata accanto, per non lasciarlo andare…