Ne ho annusato l’odore
Ed ammirati i colori
Ho fatto cullare il mio sonno
Dalla magia di una notte stellata
Confondendomi al risveglio
Per un’alba incantata…
Una Hoja En Blanco
Un foglio bianco, a disposizione di chiunque abbia qualcosa da dire. Qualcosa che venga da dentro...
Un foglio bianco per comunicare con me...
Un foglio bianco per me, perchè ho sempre qualcosa da raccontare e da urlare...
Un foglio in bianco che vorrei rimanesse bianco il minor tempo possibile...
QUI IN QUESTA VIA DI NESSUNO MI STO FRUGANDO PAROLE PER FAR SOGNAR QUALCUNO... (C.B.)
La casa è buia, le persiane sono chiuse. Fredda, i pochi mobili sono addossati alle pareti come se ci fosse stata una festa da ballo, lì, secoli fa. Alle pareti solo ritratti di lei. Che piange, che verde ha la pelle, che guarda con occhi accecati da spilli, che ha mani lunghe di uccello e artigli scarlatti. Che sta composta con le mani sul grembo, incrociate, della testa manca una parte come se un chirurgo l’avesse asportata, disturbava, era piena di buio e di dolore, mezza testa di meno e labbra tese, lo sguardo diritto e preciso che non sorride mai. Il chirurgo – Lui. …
… … “ho migliaia di ritratti. Me ne ha fatti migliaia… non era me che disegnava… … vedeva qualcosa oltre me, qualcosa di sé. Ho migliaia di ritratti fatti da lui. Nessuno è Dora Maar. Sono tutti Picasso.”