giovedì 26 febbraio 2009
EMOZIONI RITROVATE
domenica 22 febbraio 2009
... E QUELLO CHE HO PROVATO TEMPO FA...
martedì 17 febbraio 2009
QUELLO CHE PROVO IO ADESSO
domenica 15 febbraio 2009
senza titolo
Ma si, al diavolo tutti!
sabato 14 febbraio 2009
mercoledì 11 febbraio 2009
FAI BUON VIAGGIO, ELUANA
E così questo lungo martirio è finito e Tu ti sei spenta. Improvvisamente rispetto alle aspettative dei “tecnici”; si, forse qualche giorno prima, ma comunque che differenza fa? Avevano già deciso, loro…
La prima cosa che ho pensato, appena ho appreso la notizia, è stato che Tu non ne potevi più di tutte le diatribe creatisi in merito alla tua “vicenda e condizione” e così hai ceduto, hai mollato. Quasi come a voler dire “basta, non vi sopporto più, risolvo Io la questione”.
Ma sappiamo tutti che non è così.
Hai lottato per 17 lunghi anni e forse avevi voglia di lottare ancora chissà per quanto…
Qualche giorno fa ho criticato l’opinione e l’operato del Presidente del Consiglio, forse più per partito preso che per altro, oggi lo ammetto, perché poi, quando si tratta della vita di un essere umano non si può dire “va bene, la Suprema Corte di Cassazione si è pronunciata a favore” e quindi tutto si può fare; ma la Suprema Corte altro non è che un collegio di Giudici, ovvero di esseri umani, che in questo caso si stanno sostituendo all’unica Entità che può decidere o meno sulla nostra vita.
Spesse volte, di fronte alla sofferenza di una persona cara, si dice “sarebbe meglio che finisse di soffrire”, ma poi, quando veramente arriva quel momento, lo sgomento ed il dolore fa dimenticare ogni forma di ragionevole (o irragionevole) proposito. Quando poi non ci sei più, come Te – adesso – ecco - tutto cambia forma, aspetto e valore.
Non mi sento di condannare Tuo padre, un po’ cerco di comprendere le sue motivazioni, perché non dev’essere semplice, per un padre, vedere la propria bambina in uno stato vegetativo. Fa male vivere una persona – o forse non viverla – o forse ancora viverla e vederla vivere a metà, o non vederla più vivere - non saprei come definire. Fatto sta che Tu respiravi, dalle tue narici respiravi ossigeno e vita, altro che!
Ricordo mio padre, la cui vita per qualche giorno è dipesa da un respiratore, certo, il paragone non regge, ma è per dire che il cuore si spezza in mille pezzi. E questo per pochi giorni, non so immaginare cosa possa diventare moltiplicato per 17 anni. Non oso immaginare il dolore di un genitore di fronte ad un problema simile. Ed ora non oso più neanche giudicare.
Eluana, ragazza dal dolce sorriso che ha fatto affezionare a Te l’Italia intera, tutti Ti immaginiamo così, con le folte sopracciglia nere ed un sorriso bello e pulito che sembra un inno alla vita, eppure nessuno di noi sa com’è stato il Tuo sorriso in questi 17 anni, anche se qualcosa mi fa pensare che l’inno alla vita Tu lo abbia sempre intonato, altrimenti non avresTi retto per tutto questo tempo.
Eluana, perdona tutti noi, se puoi, se per un istante abbiamo pensato che per Te l’eutanasia fosse l’unica soluzione. Perdona chi ha pensato che vita sia solo sgambettare su e giù tutto il giorno, magari senza soddisfazioni e soprattutto senza donare nulla al prossimo. Tu, forse, non hai più “sgambettato”, non hai più indossato i jeans all’ultimo grido, ma il solo fatto che ci fossi, anche se sdraiata nel Tuo letto d’ospedale, anche se nutrita artificialmente, era motivo di vita per chi ti ha voluto bene pur soffrendo per il tuo stato. L’amore li ha fatti soffrire e l’amore ha portato a certe decisioni. Incomprensibili e comprensibili in egual misura. Ma…
Domani, quando si renderanno conto di quanto è accaduto, forse, capiranno. Capiremo. Tutti.
Fai buon viaggio, le preghiere di chi crede in Dio saranno più forti di tutte le polemiche e Ti accompagneranno in questo volo verso il Cielo insieme al pensiero commosso di chi ci crede un po’ meno ma porterà il ricordo di questa esperienza nel cuore.
Perché non c’è diritto alcuno – non c’è sentenza che tenga – non c’è scienza – non c’è niente che possa permettere di sostituire l’uomo a Dio.
Dovremmo rifletterci un po’ su…
venerdì 6 febbraio 2009
I VECCHIETTI FANNO O
mi domando come sarà tra qualche anno.
Anna Gi & her friends ... vecchiette pensionate ancora a scrivere sul blog... chissà?
Scherzi a parte, non è tanto l'idea di invecchiare che mi spaventa, ma il modo. Sarò sola, malata, allegra, arzilla; che tipo di "vecchietta" sarò e che "epoca" sarà da qui a 25 - 30 anni? Davvero la "mutua" passerà i tatuaggi e piercing così come canta J-AX??? Avremo mai, noi, una pensione? Quale sarà il nostro sostentamento? E soprattutto... ci arriveremo mai????
A me piace immaginarmi una di quelle "nonnine" che a 70 anni ancora gira con lo scooter, la cerata e va a ballare la salsa nei centri anziani, che nel frattempo si saranno adeguati a musiche un po' più moderne. Spero che il cervello non mi abbandoni, anzi, credo che tutta la saggezza acquisita negli ani possa rivelarsi utile a qualche nipotino. Basta solo che non mi prenda la fissa di fare il "guru" della situazione.
Avrò centomila rughe per tutto il sole che avrò preso da qui fino ad allora, i tatuaggi saranno disegni irriconoscibili, peserò forse 100 kg eda avrò le gambe gonfie come la "sora Lella" nel film Bianco Rosso e Verdone e forse avrò le ossa malridotte per colpa dei reumatismi (che già mi assillano dall'età di 20 anni... eh si)
L'unico dubbio che ho è quello di dover continuare a lavorare fino a che "morte non ci separi" (a me e all'ufficio), visto l'andazzo degli ultimi tempi. Non che lavorare non sia cosa buona e giusta, ma ad un certo punto bisogna anche riposare e lasciar spazio ai giovani... o no???
... mah!... chissà come sarà...???
SE CI ARRIVIAMO SARA' UN SORPRESONE
domenica 1 febbraio 2009
un POST-RALUNATA
Tutto quello che avevo scritto in due anni, pensieri, emozioni, cavolate varie, fotografie di viaggi e vacanze dei quali rimarrà solo il ricordo dentro di me, senza più “visualizzarlo”, però. Due anni di me cancellati in un “click” e così si è resettato anche il mio cervello. Ho avuto un grande rodimento di sedere (passatemi il termine) per un po’ di giorni ed il rifiuto di accendere il pc; mi seccava vederlo vuoto, immacolato, quasi freddo ed estraneo. Però – poi – fortunatamente tutto passa ed eccomi di nuovo qui a cercare di comunicare di nuovo, prima di tutto con me stessa.
La settimana appena terminata è stata un susseguirsi di eventi e di emozioni, belle e brutte. Un turbinio di eventi su tutti i fronti: casa, famiglia, lavoro, amici, affetti…
Il primo è stato proprio la “disgrazia del lutto informatico”, seguita dalla speranza di recuperare i dati tramite l’aiuto di uno dei tecnici informatici dell’ufficio dove lavoro. Qualcosa è stato recuperato, ma poco, anzi pochissimo e di quel poco molto risulta danneggiato e non utilizzabile.
Altri eventi piacevoli sono stati, prima di tutto, il sole che per tre giorni ha illuminato la mia adorata Roma. Me ne ero dimenticata, abituata, oramai, al sempre costante grigio degli ultimi mesi. Quasi dava fastidio agli occhi tutta quella luce, forse servivano degli occhiali da sole, ma ho voluto che i raggi del sole abbagliassero la mia vista, ho voluto nutrire le mie pupille di così tanta bellezza che solo una giornata di sole sa donare. Cambia proprio tutto quando il cielo è sereno ed azzurro. Si sopporta anche meglio il freddo. Almeno per me è così. Ed in più, così, mi sono resa conto che le giornate si sono allungate e se tutto va bene avremo ancora un altro mese difficile (dal punto di vista del meteo) e poi sarà di nuovo primavera.
La sento già nell’aria e… e mi secca confessarlo, ma il mio cuoricino in restaurazione sta prendendo di nuovo forma. Batte di nuovo ed incessantemente. Forse per la persona sbagliata, forse inutilmente, ma mi sento viva e questo mi da forza e poi… e poi credo, anzi sono sempre stata convinta che se uno vuole qualcosa con tutto se stesso prima o poi la otterrà. E se non la otterrò, pazienza. Mi accontento del fatto che qualcosa si è sbloccato, che la mattina mi alzo più volentieri, che prima di addormentarmi ho un piccolo pensiero felice che mi fa compagnia.
Quanto dura non ha importanza e poi so una cosa: non ci sbatterò la testa perché so già in partenza che non sarà – forse – mai quello che io desidero. Lo so già, mi accontento del mio pensiero felice fino a quando dura. Tutto quello che di buono verrà sarà in più…
L’unico “neo” rimane questo computer vuoto. Senza tracce di me. Domani tenteremo un altro recupero dei dati, ma se anche questo tentativo dovesse fallire non fa niente. Forse anche questo può rivelarsi un evento positivo: potrebbe voler dire “gira pagina e vai avanti”…