mercoledì 27 maggio 2009
ILLUSIONE e DELUSIONE
A un’illusione segue sempre una delusione.
È illusione l’aver “immaginato”.
Delusione è dopo aver “guardato”.
Accade sempre così se quello che si è visto, dopo aver guardato, è diverso da ciò che avevamo immaginato. Ma lo si scopre solo con il tempo. Ne basta poco, se si è esperti “osservatori”.
Se si è buoni osservatori della realtà.
Credo sia giusto dare fiducia a chi si mostra degno di riceverla; purtroppo – però – accade che quasi subito i “nodi vengano al pettine”.
Spesso la nostra attenzione viene catturata da immagini affascinanti che ci inducono in errore, perché poi, con il tempo, tali immagini perdono completamente il loro fascino e ci ritroviamo a domandarci cosa sia accaduto e dove sia finito tutto quel che avevamo “visto” all’inizio.
Mi domando se non si tratti di un vero e proprio problema di “idealizzazione”…
È possibile che appena si conosca una persona che ci piace si ripongano immediatamente su di essa le proprie aspettative?
E mi trovo a rispondere con un’altra domanda: sei consapevole del fatto che l’unica aspettativa che puoi avere è nei confronti di te stesso?
Insomma, non è possibile “immaginare” di vivere una situazione diversa da com’è realmente. E’ possibile che non la si veda chiaramente? Forse all’inizio è così, ma davvero basta poco tempo per rendersi conto dell’errore, anche se questo, spesso, non ci evita di avere, comunque, una brutta delusione.
Delusione figlia dell’illusione… ovvero trattasi di non voler guardare in faccia la realtà.
E lo ribadisco! E la delusione rimane se ci si ostina in tale atteggiamento negativo.
Perché se con un pizzico di lucidità si riuscisse ad osservare la realtà così com’è, nella sua semplicità, senza farci troppi pensieri su, senza costruirci qualcosa di diverso da quello che è, sarebbe tutto meno complicato.
Il guaio è che spesso c’è, in un posticino neanche troppo nascosto del cuore, la speranza che in futuro le cose possano “cambiate” e si potrebbero avvicinare a quello che immaginiamo che possa essere, o che vorremmo che sia, che tutto il fascino riscontrato all’inizio possa ritornare, senza considerare che l’unico modo per veder avverati i propri desideri è di affidarli a chi sarebbe in grado di farlo e non a chi non ci riuscirebbe nemmeno volendoci impiegare tre o quattro vite. E’ la realtà. La pura e semplice realtà. Almeno questo è fino a prova contraria…
Oggi posso affermare con convinzione che la mia piccola illusione delusa non sarà più tale, che la realtà l’ho vista e guardata bene in viso… certo… un po’ fa male, ma non devo far altro che accettarla e forse, poi,mi passerà anche quel pizzico di dolore che ha provocato.
Una delusione è il mancato riscontro di dati oggettivi.
E allora?
Allora… metterò anche questo nella valigia prima di riprendere il viaggio….
venerdì 22 maggio 2009
STORIA di UNA PICCOLA GIOIA DESTINATA A MORIRE
che timidamente emerge e cresce,
svegliandosi dal suo torpore e
nutrendosi di tenere attenzioni inaspettate.
In sordina diventa grande, sempre di più
fino a nutrirsi di quell'attenzione tenera
ormai davvero importante.
E' una GIOIA che diventa grande
tanto da riuscire a riempire il cuore intero
ed ora quelle attenzioni diventano, per lei, vitali
Poi la GIOIA incontra una nuova amicizia:
il turbamento.
Sente mancarle quelle tenere attenzioni così importanti
le sembra fuggano via
e così stringe un patto di alleanza con
la peggior nemica che potesse incontrare:
la diffidenza.
La diffidenza le presentò il dubbio e l'ira.
La piccola GIOIA smise di crescere
ed iniziò a frequentare, così, cattive compagnie
che la portano ad allontanare sempre più
quell'attenzione tenera.
Ora non c'è più GIOIA
il cuore si è svuotato di tutte le cose belle
ricevute fino ad allora
per riempirsi di lacrime e rimpianto.
e si rincorrono nella mente.
Parole dette ed ascoltate
alcune non le ho nemmeno capite.
Mi ha abbracciata forte a sè e poi mi ha baciata.
Ho pensato fosse di nuovo tutto ok...
poi di nuovo le paure... le mie
accompagnate dalle sue, stavolta.
Io che cercavo smentite, stasera
ho rafforzato, invece, le mie convinzioni
CONFERME!
ho avuto conferme
e questo è quel che mi merito per aver combinato questo gran casino.
Sono stata la prima ad usare la testa al posto del cuore
per una volta, una sola nella vita
FANCULO LA RAGIONE
ora al mio cuore chi ci pensa?
Inutile parlare, dire, chiarire
sebbene tutto sia chiaro ed incomprensibile nello stesso tempo
io ho solo un'idea in testa
solo due parole, due sole
VOGLIO LUI!!!
e quando dico voglio lui ho detto tutto
VOGLIO LUI
perchè credo sia l'altra parte di me, quella buona
VOGLIO LUI
perchè è il mio "clone"
VOGLIO LUI
che sa essere tenero quando mi guarda dopo...
VOGLIO LUI
e la sua pazzia travolgente
VOGLIO LUI
che non mi cerca mai abbastanza
ma lo voglio ugualmente
per litigarci e farci pace.
MA NON è COSI' !
è bastato un problema ad allontanarci... immediatamente
eppure... ancora... ora... adesso...
VOGLIO LUI
perchè voglio complicarmi la vita
e vedere come andrà a finire
Perchè tra il vivere e il sopravvivere
ho sempre preferito VIVERE.
Ma da domani
dovrò cambiare modo di pensare e soprattutto desideri
e smettere di VOLERE SOLO LUI che non vuole me!
Guarderò al futuro pensando
che ci ha perso di più, in questa storia,
è lui... solo lui...
martedì 19 maggio 2009
TEMPO al TEMPO
A volte il "troppo tempo" porta a viaggiare parallelamente, forse nella stessa direzione, ma parallelamente, senza incontrarsi mai... questo ritengo sia molto triste e sconcertante...
lunedì 18 maggio 2009
LE FOGLIE - Malika Ayane
E’ piovuto il caldo
Ha squarciato il cielo
Dicono sia colpa di un’estate come non mai
Piove e intanto penso
Ha quest’acqua un senso
Parla di un rumore
Prima del silenzio e poi…
E’ un inverno che va via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di spazio
E tempo non ne ho dato mai
Seguo il sesto senso
Della pioggia il vento
Che mi porti dritta
Dritta a te
Che freddo sentirai
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di tempo
E spazio non ne ho
Dato mai
venerdì 15 maggio 2009
MAI VIA
lunedì 11 maggio 2009
BRICIOLE e PALLIATIVI
Si cercano novità, si cambia spesso direzione, si cambiano repentinamente i giudizi e le valutazioni, tutto in funzione di un momentaneo benessere. Momentaneo e soprattutto insano benessere.
Ci si accontenta di briciole, concesse come una pioggia di coriandoli che il vento è pronto a spazzare via, eliminandone immediatamente le tracce, impedendo ogni vano tentativo di nutrirsi ancora di esse.
Quante volte è capitato e quante altre volte capiterà ancora?
Palliativi e non cure vere per l’anima. Perché se c’è un malessere, questo va curato, il male va estirpato alla radice e non ci si riduce a prendere un antidolorifico che garantisce solo il benessere di poche ore. Inutile crogiolarsi e lasciarsi andare ad emozioni forti, perché quelle si esauriscono nell’esatto istante in cui le proviamo. È la velocità costante che garantisce un viaggio lungo e confortevole.
Molte donne (ma credo anche molti uomini) alla fine si “riducono” a questo, accontentandosi del poco che si riceve e “tirando avanti” nella speranza che qualcosa maturerà in futuro. Senza considerare il fatto che la maturazione porta poi all’invecchiamento fino ad arrivare a “marcire” ed ancora, la cosa più triste ed avvilente, è che marciamo sull’albero senza aver prodotto alcun frutto… quel frutto che dovrebbe crescere a maturare – lui; ed invece restiamo appese a quel ramo – noi - nella speranza che un contadino qualsiasi si accorga di noi e ci salvi da una brutta nonché mortale caduta…
Ma dobbiamo accettare il fatto che se il contadino non ci ha raccolte, finora, non lo farà più. Inutile sperarci su, quindi tanto vale cercare un modo per tirarsi in salvo da sole; al limite scendendo dall’albero con cautela e cercare un altro mercato dove il “prodotto” potrebbe essere apprezzato per quello che è.
Un po’ più di amor proprio e una nuova dose di consapevolezza potrebbero aiutarci a trovare la forza necessaria per muoverci nella direzione che ci siamo prefissate, senza indugiare oltre.
Armarsi di armi e bagagli ed intraprendere un nuovo viaggio verso un giorno completamente NUOVO.
Ci vuole coraggio e – come affermava un saggio amico -. anche molta disciplina, in amore. Ma credo siano gli unici ingredienti veri che possano sostituire le briciole ed i palliativi cui siamo state abituate fino ad ora…
Rinnovamento e rinascita… rinascita e rinnovamento costanti e mai più false speranze legate a false illusioni… tanto il buongiorno si vede dal mattino e questo ci permette di decidere se prendere l’ombrello oppure no.
venerdì 8 maggio 2009
PENSIERI in LIBERTA'
Che giornate! Ho un groviglio di emozioni qui, proprio qui all’altezza dello sterno, al confine cuore/stomaco… il solito luogo dove si concentrano e si danno appuntamento le sensazioni, tutte quante; solo che quelle belle le riconosci un po’ di più, prediligono questo posto; quelle brutte preferiscono dimorare di più nel cervello… abbandonano il cuore…una volta elaborate – però - perché altrimenti nel cuore ci stanno e lo distruggono di dolore; ma questo è sempre ed ancora un altro discorso che non vorrei toccare in virtù del solito motto…
Che serata magnifica, stasera! Si sente l’odore. L’odore di maggio, sì, proprio quello. Ed è proprio questo che mi apre il cuore. La primavera e le sue limpide serate mi fanno stare bene.
Ci si riesce a perdere completamente in un blu così assoluto, pulito, sereno. Tutte queste stelle sopra di me, che accompagnano una luna leggermente “velata” fanno da sottofondo a queste mie ore insonni. Ma del resto, mi domando come si può dormire, chiudere gli occhi e rinunciare ad un panorama simile?
Voglio stare un po’ fuori, stasera (ma forse è meglio dire stanotte), non fa proprio caldo, anzi, ma adoro questo stato di grazia che le notti così sanno regalarmi e poi… con la contraddizione che mi distingue e mi caratterizza, dico che forse ho bisogno di pensarci un po’ su.
Così, in questo silenzio calmo e denso di blu, la mia amica luna ha indossato un leggero alone bianco dietro il quale sembra volersi nascondere. Una sorta di effetto “vedo non vedo” che la rende ancor più affascinante.
Mi assomiglia, stasera. Assomiglia ai miei pensieri che, sebbene siano ormai limpidissimi, continuano a volersi mascherare; ma poco, pochissimo, giusto quel tanto che non guasta, ma, al contrario, potrebbe condire il tutto di un pizzico di “mistero” che serve per non scoprirsi mai completamente e mai troppo.
Una sorta di protezione? Diciamo di si. Mi rendo conto che ho ancora bisogno di ritirarmi nel guscio, ogni tanto, soprattutto quando avverto un pericolo e di pericoli, in agguato, ce ne sono sempre ed in ogni angolo. Nonostante sia già primavera e il cuore mi batta un po’ più forte e una piccola grande gioia mi dimori ormai stabilmente nel cuore… la paura che questa sarà una stagione “instabile” mi rende inquieta…
Perché vorrei entrare anch’io nell’anima di questa notte così come lei a volte entra nella mia.
Perché se davvero sentissi dentro l’anima la presenza costante della luna, delle stelle e di questa primavera e sapessi che nella loro anima ci fosse la presenza crescente della mia primavera, allora potrei dire di aver di nuovo accarezzato la magia di un pensiero felice che rende tutto veramente magico ed importante.
Perché se è vero che tutto si basa e ruota intorno all’ incertezza, a volte vorrei avere almeno una piccola certezza…
domenica 3 maggio 2009
ANCORA A RUOTA LIBERA, MA NE AVEVO BISOGNO
O meglio come sempre meno spesso accade che la “hoja” venga riempita.
Lo lascio sempre più spesso in bianco il mio foglio, la mia pagina di word… per non pensare, chissà, o per non voler dire… chissà…
Mi sento lievemente malinconica e non ne comprendo il motivo, non vorrei essere ancora in balia dei miei ormoni (sembrerebbe una tipica sfuriata ormonale, perché in realtà sto bene… troppo bene).
Avevo iniziato dall’ultima pagina, un inizio un po’ strano se vogliamo, e da lì ho proseguito riempiendo fogli su fogli perché il mio foglio non lo volevo vedere bianco; perché non mi andava giù il fatto che qualcuno avesse scritto la mia storia per me; perché volevo che su questo foglio ci fossi sempre e solo IO e non altro… e mi accorgo che stavolta è un po’ come un tempo, quando andavo a ruota libera, senza avere un progetto preciso di scrittura.
Oggi…
Si, ogni tanto mi accade… risvegliata… risorta… uscita da un letargo?
È come essere uscita dal “castello”. Da un castello buio e freddo. Dalla torre del castello.
Vagando in una foresta di pensieri inquieti (frase non mia, l’ho rubata non so più dove, mi ha colpita e l’ho rubata… perché… rende), dicevo… vagando per lungo tempo in una foresta di pensieri inquieti, fino a poco tempo fa, ho rifiutato ed allontanato persone che forse mi vogliono bene, che forse me ne vogliono ancora… ho rifiutato ed allontanato possibilità di confronti; poi li ho cercati, però, ed è forse proprio grazie a quei confronti-scontri che pian piano ho aperto la porta del castello, ho tirato giù il ponte levatoio ed ho fatto un giretto fuori per vedere cosa mi offriva quel parco immenso nel quale era immerso il palazzo. Certo … i coccodrilli sono sempre lì, nel fossato… non si sa mai!!! Ma io intanto giro per i “giardini reali”, incontro e conosco e riconosco la primavera, annuso gli odori dell’erba appena tagliata e che tra poco crescerà di nuovo.
È la natura… che va avanti, che cresce creando meravigliose e nuove forme di vita… e perché mai io dovrei non parteciparvi? Sto aprendo anche le finestre del castello perché voglio che entri di nuovo la luce vera del sole e, quando sarà, anche la luce grigia dei temporali. Non mi fa più paura – adesso – un temporale…
Sarò anche un po’ malinconica, ma mi sento serena dentro e soprattutto sento che è ora di ascoltare nuovamente la voce del cuore… che dica quel che dica… va ascoltata comunque!