Sono io.
Sono fatta così. Mi emoziono per un nulla e basta un niente per mettermi K.O.
Ma sono io, sempre io.
Quella che ogni giorno scopre un altro pezzo di se.
Quella che ha imparato a guardarsi dentro. Certo, non è facile, ma con un po’ di esercizio si riesce a vedere anche nel più profondo della propria anima, anche quando è talmente nero che più nero non si può, basta essere pazienti ed il nero diventa meno inaccessibile.
Un’anima nera, la mia. Buia. Cupa. Chiusa. Un’anima che spesso ha evitato il contatto con me. Ma non mi sono arresa e pian piano siamo diventate amiche ed ora lei si apre a me con più fiducia accettando anche di essere “smascherata”. Mi piace questo nostro gioco a due: io che incolpo lei e lei che sapientemente mi manda segnali, in sordina. Segnali che a volte non colgo. Come in questo momento in cui è in atto il nostro gioco: io la incolpo di non ascoltarmi quando so benissimo che sono io che evito di sentire i suoi messaggi. Povera anima mia! Da laggiù, da dietro a quel buio deve fare una gran fatica per farsi sentire, per far emergere la sua voce dal profondo di me stessa. Ma lei è brava e ci riesce.
Sono sempre io.
Che un giorno mi gira bene e tre male (soprattutto il martedì). Sono quella che preferisce vivere più un giorno da leone e tre da pecora piuttosto che abbandonarsi ad una vita piatta. Vivo di emozioni. E non me le vado a cercare artificialmente.
Sono io quella che si emoziona davanti al mare, quando ad una certa ora comincia a diventare di quel color argento, si increspa un po’ e con il sole che ci si riflette su sembra essere tempestato di mille lucine.
Sono io.
Sono io quella che davanti ad una notte stellata non può fare a meno di pensare che gli angeli sono tutti pronti per andare a dormire, con i loro pigiami bianchi e, mentre loro si preparano, in chissà quale parte del mondo c’è una persona che forse pensa a me.
Io sono quella che adora il cielo in tutte le sue sfumature. Dall’azzurro limpido ed indescrivibile delle giornate di settembre (quell’azzurro che solo Roma mi sa regalare), al rosso dei tramonti fino ad arrivare a grigio cupo dei temporali o semplicemente al solito azzurro pieno di nuvolette bianche che spesso mi fermo a guardare cercando di trovare delle forme familiari ed immagino che dietro quelle nuvole c’è qualcuno che veglia su di me e che non ho perso.
Sono io.
Sono io quella che quando incontra un bambino quasi si commuove per la tenerezza che gli provoca. Adoro guardare quelle manine così piccine, con le fossette e l’indice puntato ad indicare qualcosa, quei visetti quasi completamente coperti da ciucci enormi a forma di farfalla e penso che saranno il nostro futuro e chissà che futuro li aspetterà e come reagiranno.
Sono io.
Sono fatta così. Mi basta poco per stare bene.
Sono fatta così. Mi emoziono per un nulla e basta un niente per mettermi K.O.
Ma sono io, sempre io.
Quella che ogni giorno scopre un altro pezzo di se.
Quella che ha imparato a guardarsi dentro. Certo, non è facile, ma con un po’ di esercizio si riesce a vedere anche nel più profondo della propria anima, anche quando è talmente nero che più nero non si può, basta essere pazienti ed il nero diventa meno inaccessibile.
Un’anima nera, la mia. Buia. Cupa. Chiusa. Un’anima che spesso ha evitato il contatto con me. Ma non mi sono arresa e pian piano siamo diventate amiche ed ora lei si apre a me con più fiducia accettando anche di essere “smascherata”. Mi piace questo nostro gioco a due: io che incolpo lei e lei che sapientemente mi manda segnali, in sordina. Segnali che a volte non colgo. Come in questo momento in cui è in atto il nostro gioco: io la incolpo di non ascoltarmi quando so benissimo che sono io che evito di sentire i suoi messaggi. Povera anima mia! Da laggiù, da dietro a quel buio deve fare una gran fatica per farsi sentire, per far emergere la sua voce dal profondo di me stessa. Ma lei è brava e ci riesce.
Sono sempre io.
Che un giorno mi gira bene e tre male (soprattutto il martedì). Sono quella che preferisce vivere più un giorno da leone e tre da pecora piuttosto che abbandonarsi ad una vita piatta. Vivo di emozioni. E non me le vado a cercare artificialmente.
Sono io quella che si emoziona davanti al mare, quando ad una certa ora comincia a diventare di quel color argento, si increspa un po’ e con il sole che ci si riflette su sembra essere tempestato di mille lucine.
Sono io.
Sono io quella che davanti ad una notte stellata non può fare a meno di pensare che gli angeli sono tutti pronti per andare a dormire, con i loro pigiami bianchi e, mentre loro si preparano, in chissà quale parte del mondo c’è una persona che forse pensa a me.
Io sono quella che adora il cielo in tutte le sue sfumature. Dall’azzurro limpido ed indescrivibile delle giornate di settembre (quell’azzurro che solo Roma mi sa regalare), al rosso dei tramonti fino ad arrivare a grigio cupo dei temporali o semplicemente al solito azzurro pieno di nuvolette bianche che spesso mi fermo a guardare cercando di trovare delle forme familiari ed immagino che dietro quelle nuvole c’è qualcuno che veglia su di me e che non ho perso.
Sono io.
Sono io quella che quando incontra un bambino quasi si commuove per la tenerezza che gli provoca. Adoro guardare quelle manine così piccine, con le fossette e l’indice puntato ad indicare qualcosa, quei visetti quasi completamente coperti da ciucci enormi a forma di farfalla e penso che saranno il nostro futuro e chissà che futuro li aspetterà e come reagiranno.
Sono io.
Sono fatta così. Mi basta poco per stare bene.
Sono quella che era felice per come stava andando la giornata.
Mi sentivo serena, tranquilla ed in armonia con l’ambiente che mi circondava. Ho lavorato bene, senza affanni, riuscendo a portare a termine tutti i lavori della giornata; la pausa pranzo un po’ più lunga del solito in un bar dove ho potuto approfittare della carezza di un raggio di sole che si era posata sul mio tavolino e due chiacchiere con un’amica. Stavo davvero bene.
Poi, nel pomeriggio, una notiziaccia dal “capo”, anzi dalla “capa”, mi ha fatto dimenticare dello stato di grazia in cui mi trovavo. Ma ho imparato anche a reagire di fronte a certi eventi.
Io...
Si, sono io, quella che ha imparato che incazzarsi non porta da nessuna parte. Quindi prima di esprimere qualsiasi dissenso, se sono in preda a collera, conto fino a dieci e poi parlo. Meglio smaltire piuttosto che reagire in modo controproducente.
Questa sono io.
Quella che è capace di donare l’anima per poi rendersi conto che dare tutto equivale a dare niente, ma ancora continuo a dare l’anima (tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare: si può solo migliorare).
Sono io…
Sono colei che ogni giorno scopre un pezzettino nuovo di se….
Io...
Si, sono io, quella che ha imparato che incazzarsi non porta da nessuna parte. Quindi prima di esprimere qualsiasi dissenso, se sono in preda a collera, conto fino a dieci e poi parlo. Meglio smaltire piuttosto che reagire in modo controproducente.
Questa sono io.
Quella che è capace di donare l’anima per poi rendersi conto che dare tutto equivale a dare niente, ma ancora continuo a dare l’anima (tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare: si può solo migliorare).
Sono io…
Sono colei che ogni giorno scopre un pezzettino nuovo di se….
Premetto che per me diventa difficilissimo decifrare le lettere di verifica. PUNTO
RispondiEliminaQuesto post ha una profondità incredibile, sei riuscita a scrivere di te senza scrivere palesemente di te, in fondo no stessi siamo le persone che conosciamo meno, anche io mi faccio sempre queste domande e cerco di non arrivare troppo in fretta alle eventuali risposte, è bello non capirsi, non conoscersi a fondo, no stessi riserviamo sorprese a noi stessi...
che bella persona :)
RispondiEliminaSi! Sei tu! Sei fatta cosi!
RispondiEliminaIo sono sicuro che tu sia una persona FANTASTICA, ECCEZIONALE, BELLA DENTRO e soprattutto una VERA AMICA!! :))
Baci
Domenico