A cosa servono le “corazze”? inevitabilmente servono a proteggere.
Gli antichi cavalieri ne avevano di robuste e gli servivano per salvarsi la vita durante i combattimenti.
I cavalieri di oggi ne hanno bisogno per evitare che ulteriori lame affilate possano compromettere seriamente la propria esistenza sentimentale. Detta così può apparire brutale, o per inverso, forse “leggera”, ma è una sacrosanta verità.
Ci si rifugia dietro una facciata di apparente “durezza” per evitare di farsi ancora male; ma questo non vuol dire che ci si allontana da tutto privandosi della gioia di vivere sereni momenti di felicità.
Oggi ho scoperto che alcune corazze dietro le quali ci nascondiamo servono e sono utili per “preservare” il nostro cuore da ulteriori delusioni, ma non sono, in realtà, veri e propri scudi.
Guardare attraverso la barriera che abbiamo costruito attorno a noi ci è utile per “identificare” quello che potrebbe non farci bene, per lasciar, così, spazio a chi, invece, merita veramente la nostra attenzione.
Ci sono corazze e corazze. Quelle che non lasciano passare niente, stratiformi, pesanti; e quelle che pur apparendo assai robuste permettono all’aria di entrare… ma giusto quel tanto che basta per capire, assusandone l’odore, se si tratta di ossigeno o aria rarefatta.
Ci permettono solo di avere quel giusto e sano “distacco” che altro non è che “il miglior punto di osservazione”, quello fatto di ragionevolezza ed obiettività. Perché non bisogna far decidere solo il cuore… non più arrivati ad un certo punto.
Tutto questo per evitare di cacciarsi in continuazione in situazioni poco congeniali e per non far la fine della topolina della favola, quella che ha voluto a tutti costi sposare un gatto nell’assurda convinzione che non l’avrebbe mai mangiata. Ma il gatto se la mangiò… come era inevitabile che fosse…